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Liberta´ di stampa: Russia, giornalista di opposizione ucciso e attivista diritti civili aggredito

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Mosca, 1 apr 2009 – Stava lavorando a un’inchiesta «sui brogli delle elezioni del primo marzo» scorso Sergei Protazanov, il giornalista aggredito e successivamente morto nella notte tra sabato e domenica nel sobborgo moscovita di Khimki. Lo ha detto ad Apcom il numero due del servizio russo per il controllo dell’ambiente (Rosprirodnadzor), Oleg Mitvol. «Protazanov era invalido, aveva una protesi alla mano destra», e dunque era incapace di reagire all’aggressione. Qualche ora dopo l’agguato, la moglie del reporter »ha ricevuto una telefonata sul suo cellulare« continua Mitvol. «Uno sconosciuto gli ha dato l’indirizzo dove si trovava il marito. Lei lo ha portato in ospedale e dopo il check up, le hanno detto che era tutto a posto. Ma Protazanov una volta a casa è morto».

La polizia e la commissione d’inchiesta, sentite da agenzie russe hanno precedentemente messo in dubbio questa tesi, affermando che egli era morto dopo aver assorbito della droga. In particolare una commissione d’inchiesta, intervistata da ITAR-Tass ha avanzato la teoria dell’overdose: la morte avvenuta il 30 marzo, si presume fosse dovuta a intossicazione da sostanze stupefacenti, che sono state rinvenute in grandi quantità nella sua casa.. Il giornalista lavorava per una piccola pubblicazione a Khimki, un sobborgo a nord di Mosca. Uno dei tre giornali locali di opposizione, che stanno progressivamente chiudendo, proprio in seguito a una raffica di aggressioni ai reporter. Una pioggia di violenza nella cittadina governata dal sindaco Vladimir Vladimirovich Strelchenko e dilaniata da un conflitto tra il comune e gli ambientalisti per la sorte delle foreste. Nel mese di novembre, un altro giornalista di opposizione nella stessa Khimki, Mikhail Beketov, direttore della Khimkinskaja Pravda, è stato picchiato alla periferia della capitale russa e ricoverato in ospedale con ferite alla testa e una gamba fratturata. «Il suo avvocato era Markelov» precisa Mitvol, ricordando il legale ucciso a gennaio in pieno centro a Mosca, mentre era in compagnia di Anastasia Baburova – a sua volta freddata sul posto – collaboratrice di “Novaia Gazeta”, lo stesso giornale per cui lavorava Anna Politkovskaia. «Markelov aveva difeso Beketov contro il governatore della città di Khimki (Strelchenko). Successivamente Khimkinskaja Pravda ha chiuso». Markelov è stato il settimo avvocato ucciso in Russia negli ultimi dieci anni, la Baburova era allora il quinto giornalista eliminato negli ultimi dodici mesi.


I due sono stati ammazzati da un killer con il volto coperto: un colpo alla nuca per il legale e poi gli spari sulla giornalista che tentava di inseguire l’assassino in via Precistenka, nella zona del “Miglio d’oro”. L’aggressione a Beketov si era invece conclusa con serie lesioni alle braccia e l’amputazioe di una gamba. «La pubblicazione per cui lavorava Protazanov è molto piccola» continua Mitvol. «In tutto 3 o 4 persone. Tutte hanno subito aggressioni, a partire dal direttore. L’ultimo numero sul quale stavano lavorando si stava occupando dei brogli nelle elezioni del primo marzo». Intanto anche un’altra pubblicazione dell’opposizione, Grazhdanskij Forum, ha chiuso, dopo che il suo direttore venne picchiato in un agguato.


Ieri sera è stato inoltre aggredito anche un leader del movimento per i diritti umani russo, Lev Ponomariov. L´agguato è stato compiuto da alcuni sconosciuti che gli si erano avvicinati con il pretesto di una sigaretta dopo che aveva parcheggiato l’auto per rincasare. Oggi Ponomariov è stato dimesso dall’ospedale. La moglie, citata dall’agenzia Interfax, ha riferito che il marito è tornato a casa dopo gli esami cui è stato sottoposto e che le sue condizioni non sono gravi.


La figlia, l’avv. Elena Liptser: «È evidente che non si tratta di una rapina, ma non sappiamo a chi collegare concretamente questa aggressione», ha spiegato a Radio Eco di Mosca. Ponomariov è sempre stato molto critico nei confronti del potere. In passato anche lui aveva collaborato con Stanislav Markelov, l’avvocato difensore delle cause cecene ucciso a Mosca nei mesi scorsi insieme alla giornalista Anastasia Baburova. (lastampa.it)

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