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Un Primo Maggio particolare

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Che Primo Maggio è quello del 2009? Innanzitutto, dopo quattro anni, c’è un nuovo contratto collettivo di lavoro giornalistico, in attesa del referendum che dirà se la categoria lo vuole oppure no. Ma, soprattutto, è una festa che cade forse nel momento più difficile, da anni a questa parte, per il Paese e per quella parte fondamentale di una Nazione che sono i lavoratori, dipendenti o autonomi che siano. Chi produce la ricchezza dell’Italia è in grande difficoltà e i giornalisti non fanno eccezione. Come per altri settori, ma più in profondità, la crisi che sta vivendo l’editoria viene da lontano, aggravata dal dissesto finanziario del capitalismo mondiale che ha reso ancor più evidenti i limiti strutturali delle nostre imprese, e quelle editoriali non fanno eccezione.
Questo complica un processo di trasformazioni, soprattutto nella carta stampata, che è in corso da almeno un lustro, forse più. Un dato dovrebbe far riflettere: in parallelo con la costante diminuzione delle vendite di quotidiani, i “consumatori” di informazione sono in vertiginoso aumento (oltre 66 milioni di persone nel mondo soltanto nel 2008). Che media frequentano? La risposta è facile: la rete. Il futuro si giocherà in gran parte lì e nel posizionamento, complice il passaggio al digitale, di quel complesso sistema del quale andranno a far parte internet, la televisione e la telefonia mobile. O la carta stampata si ritaglia un ruolo in questo intreccio o è destinata a un declino, in parte già in atto, inarrestabile.
Mai come in questo momento sarebbero fondamentali leggi di sistema che, fotografate le risorse disponibili, pongano limiti certi alle concentrazioni, separino produzione e distribuzione, premino gli investimenti innovativi, sostengano la domanda e accompagnino le ristrutturazioni. Assistiamo, invece, a una confusa ridda di provvedimenti, alcuni buoni altri meno, ma senza una logica complessiva di sviluppo. Che fine hanno fatto gli Stati Generali dell’Informazione promessi a inizio anno dall’Esecutivo? Come sta procedendo la gara d’appalto per la banda larga? Come si integreranno le varie piattaforme?
Non è materia che sia separata dalle vicende contrattuali e l’incertezza, la mancanza di una direzione di marcia e di un quadro di riferimento, rendono difficile l’approccio a un passaggio fondamentale per la professione: la riforma del mercato del lavoro giornalistico. Ordine e Sindacato, però, non possono restare immobili. La riforma della legge sulla professione non è più dilazionabile, così come un’iniziativa politica generale della Federazione e delle Associazioni regionali. Intanto buon Primo Maggio a tutti.

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