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Le colleghe di Apcom:
"Difendere la maternità"

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Ci rivolgiamo alle istituzioni, oltre che alla Federazione nazionale della stampa e all´Ordine dei giornalisti, per denunciare un caso che ci tocca come donne e come giornaliste. E´ stato deciso di non sostituire una nostra collega precaria e in maternità. La spiegazione del nostro attuale editore – Telecom Italia Media (gruppo Telecom) – rimanda agli accordi presi con il Gruppo A.BE.T.E., in vista di un suo imminente ingresso come azionista di maggioranza.
La nostra collega, in organico da due anni, ha lavorato fino alla fine dell´ottavo mese di gravidanza come redattrice in italiano e in inglese al servizio esteri di Apcom. Telecom non ha pro vveduto a sostituirla in alcun modo nel periodo di maternità fino alla fine del suo contratto, in scadenza a fine luglio. Non sostituendo la collega l´azienda sottintende che la sua posizione è di fatto cancellata, che non esiste, che il suo lavoro in fondo non serve, né ora né domani. Temiamo che forzando così la mano, Telecom influenzerà i prossimi proprietari che, indipendentemente dalla loro volontà di risanamento dell´agenzia, potrebbero così trovarsi a colpire innanzi tutto i più deboli e i precari.
Sappiamo che la storia della nostra collega non è unica e che in Italia ci sono molte donne che diventano madri e si costruiscono una famiglia nonostante il lavoro precario. Riteniamo inaccettabile che si debba pagare questa scelta con la perdita del lavoro. Per questo chiediamo che la nuova proprietà, una volta superata la fase di passaggio a cui ci si appella per negare la sostituzione, provveda immediatamente a rimpiazzare la nostra collega, rispettando così non solo gli accordi presi tra azionisti, ma i suoi diritti e quelli di tutte le donne che decidono di diventare mamme senza rinunciare alla loro professione. E chiediamo la Vostra attenzione – ognuno nell´ambito delle proprie competenze e ruoli – perché questo caso non diventi per la nostra azienda un pericoloso precedente. Non possiamo accettare che la maternità diventi un ostacolo per le donne e che venga tutelata solo a parole.

Al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
Ai Presidenti di Senato e Camera, Renato Schifani e Gianfranco Fini
Al Ministro delle Pari Opportunità Mara Carfagna
Al Ministro degli Esteri Franco Frattini
Al Ministro del Lavoro Maurizio Sacconi
Alla Federazione nazionale della stampa
All´Ordine dei giornalisti

Le giornaliste di ApCom:

Valentina ACCARDO
Lucilla ANDRICH
Barbara ACQUAVITI
Anna ARCURI
Silvia BARIGAZZI
Chiara BASSO
Raffaella BRUNO
Martina CECCHI DE ROSSI
Paola CIPOLLINI
Francesca COLESANTI
Beatrice COLNAGO
Lucia CONTE
Stefania CUCCATO
Angela ERBA
Francesca GALANTE
Isabella HELFER
Cristina MARCONI
Daniela MOGAVERO
Orietta MOSCATELLI
Gabriella OPPEDISANO
Caterina PARISE
Ada PARISI
Veronica PASSERI
Maria Luigia PILLONI
Stella PRUDENTE
Giorgia ROMBOLA´
Simona SALVI
Serena SARTINI
Giovanna TURPINI
Costanza ZANCHINI

Con il sostegno dei colleghi:


Corrado ACCAPUTO
Pierluigi ALLOTTI
Alvise ARMELLINI
Paolo BARBIERI
Jan BERNAS
Silvia BORELLI
Giorgio CAROLI
Tommaso CIRIACO
Lorenzo CONSOLI
Francesco CORDA
Arrigo D´ARMIENTO
Marco D´AURIA
Paolo DALLORSO
Fabio DE PONTE
Nino ESPOSITO
Luca FERRAIUOLO
Sebastiano FUSCO
Vittorio GIACOPINI
Maurizio GINOCCHI
Benedetto LATTANZI
Gianvito LO VECCHIO
Antonio MOSCATELLO
Simone NAVARRA
Gianfranco PERONCINI
Adriano PETRUCCI
Cesare PROTETTI´
Andrea REALE
Lorenzo ROBUSTELLI
Vincenzo SANNINO
Fabio SANTOLINI
Pietro SAVARESE
Jacopo SCARAMUZZI
Roberto VOZZI

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