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Intercettazioni: emendamenti del Governo al ddl, più soft le limitazioni al diritto di cronaca ma resta il carcere per i cronisti

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Roma 20 mag 2009 – Servira´ il via libera del presidente del Consiglio per intercettare utenze intestate ad agenti o organi dei servizi segreti, e i magistrati dovranno chiederlo entro cinque giorni dall´inizio delle indagini. Diventano decisamente piu´ soft le limitazioni al diritto di cronaca; resta il carcere per i cronisti, ma si potra´ pagare per evitare la condanna; le intercettazioni si potranno chiedere solo in presenza di ´´evidenti´´ indizi di reato. Questi, in sostanza, i contenuti degli emendamenti presentati da governo, relatore e da alcuni esponenti della maggioranza al ddl intercettazioni atteso per meta´ giugno all´esame dell´Aula della Camera. E sul quale Pd e Idv gia´ annunciano un´opposizione durissima. DIRITTO DI CRONACA – Nel testo originario i giornalisti non avrebbero potuto scrivere praticamente nulla degli atti relativi ad un procedimento penale fino all´inizio del dibattimento. Ora, negli emendamenti presentati dal relatore e presidente della commissione Giustizia di Montecitorio, Giulia Bongiorno, si prevede che per gli atti non piu´ coperti da segreto resti il divieto di pubblicazione anche parziale fino a che non si siano concluse le indagini preliminari, ma se ne potra´ comunque scrivere per riassunto o raccontandone il contenuto. Resta invece il divieto totale di pubblicazione delle intercettazioni ´´anche se non piu´ coperte da segreto´´ fino alla conclusione delle indagini preliminari. Sara´ vietato, infine, pubblicare (anche in modo parziale, per riassunto o nel contenuto) le richieste e le ordinanze emesse in materia di misure cautelari fino a quando l´indagato o il suo difensore non ne siano venuti a conoscenza. Dopo di che´ se ne potra´ pubblicare il contenuto. Fanno eccezione le intercettazioni riportate nelle ordinanze. Per quelle permane il divieto di pubblicazione. RESTA CARCERE PER I CRONISTI MA DIVENTA ´OBLABILE´ – I cronisti che pubblicheranno le intercettazioni di cui e´ stata ordinata la distruzione rischieranno il carcere da sei mesi a tre anni. La riduzione della pena minima comporta che la condanna potra´ diventare ´oblabile´, cioe´ si potra´ pagare per estinguerla. Nella versione attuale il ddl prevede che la detenzione possa andare da uno a tre anni. EVIDENTI INDIZI DI REATO – Gli emendamenti presentati da governo e maggioranza concretizzano in buona sostanza l´accordo raggiunto piu´ di un mese fa tra i ´tecnici´ del centrodestra. In particolare governo e relatore hanno dato parere favorevole ad una proposta di modifica firmata da Manlio Contento (Pdl) secondo il quale per poter chiedere l´autorizzazione ad intercettare ci dovranno essere non piu´ ´´gravi indizi di reato´´, come si era proposto all´inizio, ma ´´evidenti´´ indizi di reato. Con i ´´gravi´´, infatti, si giustifica di solito una misura di custodia cautelare. INTERCETTAZIONI OFF LIMITS PER TELEFONI DEI SERVIZI – Diventera´ praticamente impossibile intercettare il telefonino di un agente dei Servizi. Il procuratore generale dovra´ farne diretta richiesta al presidente del Consiglio (entro 5 giorni dall´inizio delle operazioni) e questi avra´ 30 giorni di tempo per opporre il segreto di Stato. Gli atti trasmessi a Palazzo Chigi dovranno essere immediatamente secretati e, fino a quando non si otterra´ una risposta dal capo del governo, le informazioni inviate potranno essere utilizzate nel procedimento solo nel caso in cui ricorrano ´´esigenze cautelari di eccezionale gravita´´´. FUNZIONARIO RESPONSABILE SERVIZIO INTERCETTAZIONI – Il procuratore della Repubblica designa un funzionario responsabile del servizio di intercettazione, della tenuta del registro riservato e dell´archivio riservato. (ansa)

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