Cerca
Close this search box.

Intercettazioni: in arrivo giro di vite per magistrati e giornalisti, ecco cosa prevede il ddl Alfano

Condividi questo articolo:

Il disegno di legge del governo sulle intercettazioni, come ha annunciato il ministro Guardasigilli Angelino Alfano, sara´ uno dei primi e piu´ significativi provvedimenti al vaglio dell´assemblea di Montecitorio a partire dal 9 giugno, subito dopo il voto per le europee e per le amministrative. Il ddl, al centro di dure polemiche tra maggioranza e opposizione, prevede che il Pm potra´ chiedere l´autorizzazione a intercettare solo in presenza di ´evidenti indizi di colpevolezza´.
Nelle indagini di mafia e terrorismo basteranno ´sufficienti indizi di reato´. La richiesta dovra´ essere autorizzata da un Gip collegiale del capoluogo del distretto. Ma il giudice dovra´ poi compiere una sua valutazione autonoma del caso.
Inoltre, il magistrato che rilascia ´´pubblicamente dichiarazioni´´ sul procedimento che gli viene affidato ha l´obbligo di astenersi. E dovra´ essere sostituito se iscritto nel registro degli indagati per rivelazione del segreto d´ufficio. Il suo nome non potra´ essere citato.
Il ddl prevede inoltre l´arresto fino a un anno e l´ammenda da 500 a 1.032 euro per pubblici ufficiali e magistrati che omettano di esercitare ´´il controllo necessario ad impedire la indebita cognizione o pubblicazione delle intercettazioni”.
Gli atti delle indagini preliminari potranno essere pubblicati, ma solo per sintesi e a condizione che siano stati messi a disposizione delle parti. Nel testo originario si prevedeva il carcere da uno a tre anni per i cronisti che pubblicano intercettazioni di cui e´ stata ordinata la distruzione. Ma dopo il vertice di maggioranza degli inizi di marzo le modifiche prevedono ancora una pena detentiva, ma piu´ lieve: da sei mesi a tre anni, e che puo´ essere trasformata in una sanzione pecuniaria.
Il ddl prevede inoltre lo stop alla pubblicazione di nomi o immagini di magistrati ´´relativamente ai procedimenti e processi penali a loro affidati´´, salvo che l´immagine non sia indispensabile al diritto di cronaca.
Potranno essere intercettati tutti i reati con pene superiori ai 5 anni, compresi quelli contro la Pubblica Amministrazione; ingiuria; minaccia; usura; molestia; traffico-commercio di stupefacenti e armi; insider trading; aggiotaggio; contrabbando; diffusione materiale pornografico anche relativo a minori.
Si potranno usare le ´cimici´ solo per spiare luoghi nei quali si sa che si sta compiendo un´attivita´ criminosa. Unica eccezione per i reati di mafia, terrorismo e per quelli piu´ gravi. Previsti, poi, limiti di tempo: non si potra´ intercettare per piu´ di 60 giorni: 30 piu´ 15 piu´ 15. Per reati di criminalita´ organizzata, terrorismo o minaccia col mezzo del telefono si puo´ arrivare a 40 giorni prorogabili di altri 20. Le intercettazioni potranno essere richieste solo dalla parte offesa e solo sulle sue utenze.
Le telefonate e i relativi verbali saranno custodite in un archivio presso la Procura. I procuratori avranno il potere di gestione e controllo dei centri di intercettazione e di ascolto. Le intercettazioni non potranno essere usate in procedimenti diversi da
quelli nei quali sono state disposte. Salvo i casi di mafia e terrorismo. (Adnkronos)


——————————————————————————–



Il governo e´ intenzionato a porre la questione di fiducia sul ddl intercettazioni entro la prossima settimana. Il provvedimento, infatti, e´ calendarizzato per l´Aula della Camera da martedi´ 9 giugno. E la richiesta del voto di fiducia potrebbe arrivare gia´ nella giornata di martedi´ o al massimo di mercoledi´ 10 giugno per arrivare al voto finale entro giovedi´. A confermarlo sono fonti della maggioranza e del governo.
Del resto, anche il ministro della Giustizia Angelino Alfano, nella sua intervista di oggi a ´´Il Messaggero´´, ribadisce che i tempi di esame del testo saranno rapidi.
´´Spero che il ddl sia approvato in tempi rapidi´´ afferma il Guardasigilli perche´ c´e´ davvero un gran bisogno ´´di fissare delle regole che siano osservate´´. ´´Difenderemo la privacy senza tagliare le unghie ai magistrati´´ avverte.
Il Consiglio dei ministri aveva autorizzato la fiducia sul provvedimento gia´ il 6 maggio scorso. Quando, nella stessa seduta, si autorizzo´ anche la fiducia per il ddl sicurezza che poi venne votato la settimana successiva.
Il ministro dell´Interno Roberto Maroni ha spiegato nei giorni scorsi di voler modificare il testo per recepire alcuni suggerimenti arrivati dal Capo della Procura nazionale Antimafia Pietro Grasso per riuscire ad approvare le nuove norme senza indebolire la lotta alla criminalita´ organizzata. ´´Ma questo non sara´ un problema ai fini del ricorso al voto di fiducia – spiega il capogruppo della Lega in commissione Giustizia della Camera Matteo Brigandi´ – perche´ eventuali ritocchi potrebbero essere recepiti in un maxi-emendamento che il governo potrebbe presentare per poi chiedere la fiducia´´. (ansa) 

Il network