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Referendum sul contratto:
ha vinto il sì
"Ora un salto di qualità"

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Lo scrutinio dei voti referendari chiude gli adempimenti statutari e congressuali della vicenda contrattuale: la prevalenza del sì legittima ulteriormente, dopo il voto del Consiglio Nazionale e dei Cdr, l´operato della Fnsi e la validità del contratto.
Ma, al di là del risultato, ci si deve interrogare sulla modesta affluenza al voto. I numeri chiedono al sindacato di rigenerarsi, di riorganizzarsi e guardare avanti mantenendo uno stretto rapporto con le redazioni e con tutti quelli che, fuori dalle redazioni, esercitano comunque la professione giornalistica, spesso in condizioni inaccettabili.
Un sindacato che deve dotarsi di strumenti nuovi per ragionare sul futuro della professione, per governare il passaggio della crisi strutturale e della multimedialità, impedendo che vadano a scapito della centralità dei giornalisti e della qualità dell´informazione. Un sindacato che deve affrontare il nodo del rapporto fra formazione e mercato del lavoro e sostenere una vera riforma dell´Ordine che non può più essere rinviata. Un sindacato, infine, che deve prendere atto che gli attuali modelli contrattuali non sono più idonei a rappresentare l´intera categoria, a cominciare dai giornalisti televisivi.
Ringrazio gli oltre 900 colleghi del Lazio che hanno partecipato alla consultazione referendaria; il loro voto, qualunque sia stato, rappresenta per Stampa Romana un incoraggiamento a proseguire nell´azione sin qui intrapresa: vigilare sull´applicazione delle norme, sugli stati di crisi, sulla direzione che gli editori intendono prendere per riorganizzare il settore e invertire la tendenza al declino. Un segnale del quale la gestione unitaria dell´Associazione terrà conto, dando il suo contributo, come ha fatto durante la trattativa, per consolidare la presenza e l´azione del sindacato.

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