Milano, 25 giu 2009 – I lettori del Corriere della Sera oggi non hanno trovato la consueta vignetta di Vauro Senesi, da 16 anni collaboratore del giornale: la direzione, sostiene il vignettista, ha deciso di non pubblicarla.
Al centro del caso c´è Silvio Berlusconi e la vicenda legata alle feste a Villa Certosa. La vignetta contestata è intitolata “Berlusconi non ha scheletri nell´armadio” e ritrae uno scheletro disperato perché “sfrattato” dall´armadio da un nugolo di ragazze. A Vauro è stato detto che la decisione di non pubblicare la vignetta è stata presa direttamente dalla direzione del giornale «per ragioni di opportunità».
Vauro affida a una lettera al Corriere (il testo è stato anticipato) le sue riflessioni sulla sempre maggiore difficoltà di fare satira. «I lettori, quelli che apprezzano e quelli che non apprezzano le mie opere (opere si fa per dire) – scrive Vauro – non hanno trovato la mia vignetta nello spazio consuetamente dedicato alla mia piccola rubrica. La direzione del Corriere si è sostituita al loro giudizio decidendo di non pubblicarla. Qualcuno adesso si starà chiedendo “Chissà cosa aveva disegnato di così impresentabile ed indecente da meritare una censura”. Mi dispiace deludere quel qualcuno ma si trattava soltanto di una semplice vignetta riguardante Berlusconi».
Il Corriere della sera non è una buca delle lettere: così il direttore Ferruccio De Bortoli risponde al vignettista. «Caro Vauro, può capitare, in quindici anni di collaborazione – replica De Bortoli – che il direttore possa ritenere una vignetta di dubbio gusto e decidere di non pubblicarla. E non per scelta politica, visto che la notizia cui si ispirava la tua vignetta (l´inchiesta di Bari) è stata pubblicata per primo, e in esclusiva, dal Corriere della Sera. Ma soltanto per una questione di stile che purtroppo, nella tua simpatica veemenza, ti sfugge. In questi anni – conclude – ti sei esercitato sul soggetto Berlusconi con assoluta costanza. E il giornale che non è come tu ritieni, una comoda buca delle lettere, ha rispettato le tue opinioni anche quando non le condivideva». (ilmessaggero.it)