Roma, 26 giu 2009 – I media e le istituzioni economiche diffondono il panico: l´accusa viene dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che nella conferenza stampa tenuta per presentare le misure del decreto anticrisi si scaglia per l´ennesima volta contro i ´catastrofisti´. Suggerendo di chiudere la bocca a chi continua a parlare di “calo del Pil del 5% (il riferimento è all´ultima previsione della Banca d´Italia, ndr) o “di calo dei consumi del 5%”.”Alle parti sociali che ho incontrato questa mattina ho detto che questa crisi economica ha come primo fattore quello psicologico. – ha esordito Berlusconi, a Palazzo Chigi – Ho detto tante volte, e l´ho ribadito anche a loro, che il fattore ottimismo è fondamentale per uscire dalla crisi: la gente deve tornare agli stili di vita precedente e deve rialzare i consumi. Anche perché la gente non ha motivi per diminuire i consumi”.
E qui è arrivato l´affondo contro chi continua a diffondere informazioni sulla crisi e sulle sue conseguenze: per risollevare i consumi, ha detto Berlusconi, “bisogna far sì che prima di tutto il governo, e in secondo luogo tutte le organizzazioni internazionali contribuiscano a rilanciare la fiducia”.
Ma le organizzazioni internazionali, ha affermato il presidente del Consiglio, invece “un giorno sì e uno no escono e dicono che il deficit è al 5%, meno consumi del 5%, crisi di qui, crisi di là, la crisi ci sarà per fino al 2010, la crisi si chiuderà nel 2011… Un disastro: dovremmo veramente chiudere la bocca a tutti questi signori che parlano, magari perchè di cose che i loro uffici studi gli dicono possono verificarsi, ma che così facendo distruggono la fiducia dei cittadini dell´Europa e del mondo”.
Il premier ha anche attaccato “gli organi di stampa che prendono tutte queste posizioni insieme alle opposizioni che danno degli incentivi alla paura che sono fuori dalla realtà”. E ha annunciato: “A coloro che investono dobbiamo dire di non avere paura, li sosteniamo perché le banche gli diano credito, aumenteremo i fondi di garanzia. Dobbiamo dire agli imprenditori di non avere paura, di fare pubblicità ai loro prodotti, l´imprenditore che non ha coraggio perde quote di mercato”.
E poi il premier ribadisce l´invito già fatto agli imprenditori a Santa Margherita Ligure (in occasione dell´Assemblea dei giovani di Confindustria): “Agli imprenditori ho detto: ´minacciate di non dare la pubblicità a quei media che sono anch´essi fattori di crisi, perché la crisi a questo punto è eminentemente psicologica”.
“E´ un attacco gravissimo ma ormai quasi abituale alla libertà di stampa, – ha commentato Paolo Gentiloni, responsabile Comunicazione del Partito Democratico – dietro al quale si nasconde anche il solito vizietto di spingere gli investimenti pubblicitari verso le sue televisioni. Fenomeno che già sta avvenendo da quando Berlusconi è a Palazzo Chigi”.
Rincara la dose Massimo Donadi, capogruppo di Idv alla Camera: “L´unico cui dovrebbe essere tappata la bocca, per il bene della nostra economia, è il presidente del Consiglio che, ormai in evidente stato confusionale e senza più controllo della situazione, ogni volta che parla o si muove fa danno al Paese”. (repubblica.it)————————————————————————————————————————-
“L´onorevole Berlusconi risparmi i suoi strali per gli avversari politici e lasci stare giornali e giornalisti, se non vuol passare per il Fanfani del 2000, la cui statura politica e morale di statista era ben nota, che era solito scaricare sui giornali le sconfitte politiche”. Lo dice il segretario generale della Fnsi Franco Siddi, intervenendo a Sassari al centro culturale giovanile Poliss. “Nessuna ragione può giustificare attacchi così pesanti ai giornali e inviti al boicottaggio pubblicitario di quelle testate che per lui sono considerate scomode. Non si capisce perchè Berlusconi – continua Siddi – insista a confondere gli avversari politici, alle cui critiche non risponde, attaccando continuamente i giornali e giornalisti per l´unica colpa (per lui ovviamente) di esercitare con autonomia e libertà la propria funzione ed il proprio mestiere. Stiamo arrivando ad una crisi morale molto brutta. Considerare i giornali un pericolo, alla lunga – la storia lo ha già dimostrato – significa comunque andare alla sconfitta che non vorremmo ci fosse per il paese”. (ansa)