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Politica & informazione: attacchi sulla stampa e festini, è scontro tra Cesa e Berlusconi

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Roma, 26 giu 2009 – È scontro tra Lorenzo Cesa e Silvio Berlusconi. Con il segretario dell´Udc che rifiuta pubblicamente la solidarietà del presidente del Consiglio, dopo essere stato attaccato da Il Giornale, e il premier che contro-replica: «Spero che torni in sé». Mentre il quotidiano ribatte che «la notizia pubblicata si fonda su un dato di fatto incontrovertibile».
L´ATTACCO – Tutto comincia infatti con l´attacco su «Il Giornale», il cui editore è Paolo Berlusconi, il fratello del premier, a Cesa e all´ex premier Massimo D´Alema. Secondo il quotidiano milanese infatti, nel 1999 un´inchiesta della magistratura (poi terminata il 4 ottobre 2000 con la condanna a un anno di una presunta maitresse dopo il patteggiamento) aveva scoperto un presunto giro di squillo che avrebbe, sempre secondo “Il Giornale”, esercitato pressioni su uomini vicini all´allora premier D´Alema per ottenere favori ed appalti pubblici. Cesa sarebbe stato socio di una società di grafica pubblicitaria, la Global Media Srl, proprio con R.F., la sospetta maitresse che avrebbe organizzato il presunto giro di squillo.

LA QUERELA DI CESA – Immediata la reazione di Cesa che ha dato incarico ai propri legali di inoltrare immediatamente una causa civile per diffamazione a mezzo stampa «nei confronti del quotidiano “Il Giornale” e di quanti altri organi di informazione volessero associare il suo nome a vicende da cui è palesemente del tutto estraneo».

LA SOLIDARIETA´ DI BERLUSCONI – A questo punto è intervenuto il presidente del Consiglio che ha espresso la sua solidarietà nei confronti di Cesa e D´Alema. «Non ho mai condiviso i modi di chi ricorre ai pettegolezzi ed alle chiacchiere di vario genere per insinuare dubbi o gettare discredito nei confronti di qualcuno – ha spiegato il premier – per questo esprimo tutta la mia solidarietà a Lorenzo Cesa. Se si leggono gli articoli sul “Giornale”, si vede che su Cesa non c´è nulla di nulla, ma basta un titolo che fa un nome per criminalizzare una persona e sconvolgere una famiglia. Conosco Cesa, gli sono amico e lo stimo al di là delle differenze politiche. Lo stesso voglio dire espressamente nei confronti dell´onorevole Massimo D´Alema, dei suoi collaboratori, della famiglia Agnelli e per quanti siano stati colpito da questo tipo di polemiche. Sono stato facile profeta quando ho previsto che l´imbarbarimento provocato da una ben precisa campagna di stampa avrebbe messo in moto una spirale che va assolutamente arrestata. Poiché io ho denunciato aggressioni a mio danno – concludeva il Cavaliere – nessuno può pensare che io possa approvare analoghi metodi ed aggressioni nei confronti di chiunque».

LA REAZIONE DI CESA – Ma a questo punto è arrivato il contrattacco di Cesa, che ha rispedito al mittente la solidarietà del premier. «Non ho mai partecipato a festini, né ho mai frequentato minorenni o persone che fanno uso di droga – ha affermato in una nota il segretario dell´Udc -. Rispetto tutti, ma non accetto solidarietà da nessuno, in particolare dal presidente del Consiglio».

L´IRA DEL PREMIER – Un comunicato che ha provocato la reazione stizzita del premier: «Mi dispiace che l´onorevole Cesa non accetti la mia solidarietà. Non ho mai partecipato a cosiddetti festini, non ho mai frequentato minorenni né so a chi si riferisca quando parla di persone che fanno uso di droga. La sua risposta è offensiva e disdice sia la sua immagine, sia la considerazione che nutrivo nei suoi confronti. Spero che torni in sé e che risponda alle provocazioni con la stessa serenità e con lo stesso stile con cui reagisco io».

IL QUOTIDIANO – Nel frattempo, è arrivata la nota de “Il Giornale”: «In relazione alla querela annunciata dall´onorevole Lorenzo Cesa, “il Giornale” ribadisce che la notizia pubblicata si fonda su un dato di fatto incontrovertibile. Cesa era socio, nella Global Media Srl, di R.F., la maitresse che aveva organizzato un giro di squillo per ottenere favori da un gran numero di politici, tra i quali alcuni stretti collaboratori di Massimo D´Alema. In quella società – conclude “il Giornale” – Cesa era intestatario di quote per 11 milioni, R.F per otto». (corriere.it)

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