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Il grande inganno della Dire

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Il grande inganno si è consumato: ufficialmente la cooperativa Dire, proprietaria dell´omonima agenzia, non licenzia nessuno e, per il momento, non apre stati di crisi. Anzi, in controtendenza con l´intera editoria, amplia il suo organico di otto unità. Dove sta il trucco? Semplice: dieci colleghi sono stati confinati in una scatola vuota, la Dire New, alla quale due anni fa erano stati ceduti i loro contratti di lavoro. Questo sedicente “service editoriale” non ha una testata, non ha committenti, non ha nemmeno una sede dove collocare fisicamente i dieci colleghi che da ieri, primo luglio, si sono visti cancellare i loro posti di lavoro all´Agenzia Dire.

“Se non fosse tragico sarebbe ridicolo – afferma il segretario di Stampa Romana, Paolo Butturini -. In un comunicato aziendale, la cooperativa Dire, che riceve contributi pubblici a vario titolo, afferma che non risultano “i paventati licenziamenti di massa”. Si è semplicemente operata una riduzione di organico parcheggiando dieci colleghi in una società, guarda caso, passata di recente sotto il controllo di quel Federico Bianchi di Castelbianco fino a qualche settimana fa socio di riferimento della cooperativa Dire, poi dimessosi da ogni incarico e ora amministratore unico della “scatola vuota” Dire New.  Un gioco delle tre carte, del quale il sindacato valuterà attentamente la legalità, di cui sono stati vittima dieci colleghi. Il comunicato della cooperativa, del quale segnalo la scarsa qualità giornalistica, parla di “perseguire il pareggio strutturale dei conti fin dal 2009, facendo leva sui propri mezzi”. Vista la gestione manageriale del passato, mi chiedo chi pagherà il prossimo conto e temo che la risposta sarà: ancora i lavoratori”.
“In questa tragica farsa, segnalo lo zelo con cui il direttore Giuseppe Pace si è affrettato, un minuto dopo la fine dell´assemblea dei soci della cooperativa, a comunicare che non riconosceva più la rappresentanza sindacale che al proprio interno aveva uno dei colleghi relegati nella Dire New. Penso che il collega Pace debba essere segnalato ai probi viri del suo ordine regionale per violazione della clausola di solidarietà della legge istitutiva dell´Ordine dei Giornalisti. Allo stesso modo segnalerò, per la stessa ragione, il pubblicista Federico Bianchi di Castelbianco, autonominatosi direttore di una testata che, per sua stessa ammissione, non esiste”.
“Mi domando se la Fieg, che ha assistito finora l´azienda, non abbia nulla da dire sul comportamento della stessa che ha interrotto il confronto sindacale per rifugiarsi in un espediente che sa di beffa, oltreché di danno, ai dieci giornalisti”.

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