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Libertà di stampa: l´appello del garante della Privacy sul ddl Alfano, no alle sanzioni per la stampa

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Roma, 2 lug 2009 – No alle sanzioni penali per i giornalisti che pubblicano informazioni acquisite e trattate dai giudici. A esprimere perplessità sulle nuove regole relative ai limiti della pubblicabilità di notizie acquisite e trattate dai giudici è il Garante della privacy, Francesco Pizzetti. Nella relazione sull´attività 2008, Pizzetti sottolinea che “una nuova disciplina è opportuna” ma ribadisce “perplessità sul ricorso a sanzioni penali a carico degli operatori dell´informazione”.
Del resto “non tocca all´autorità fissare le regole che presiedono al rispetto della libertà d´informazione garantita dalla costituzione, se non quando siano concretamente in discussione eventuali e puntuali violazioni della riservatezza dei cittadini”, aggiunge. Per Pizzetti “non vi è ragione di ritenere che la regolazione in via generale della libertà di stampa abbia una diretta e immediata connessione con la tutela della privacy, che deve invece sempre essere valutata caso per caso”.

Non solo villa Certosa. La decisione presa dal Garante per la protezione dei dati personali sulle foto di Villa Certosa “si applica a tutti”. Per Pizzetti “non è lecito riprendere, senza il loro consenso, persone all´interno di una privata dimora, compreso il parco e gli edifici che ne fanno parte, specialmente quando esse svolgono normali attività di vita sociale o di relazione”. Un riferimento alla foto scattate nella villa del premier in Sardegna. “Contestualmente – aggiuge – abbiamo confermato l´utilizzabilità delle foto relative a persone pubbliche, o di oggettivo interesse pubblico, riprese in luoghi pubblici o aperti al pubblico”.

Altolà a Brunetta. L´operazione trasparenza avviata dal Ministro della funzione pubblica non deve rischiare di mettere a repentaglio il diritto alla privacy degli statali. Pizzetti segnala “la pericolosità della diffusione in rete, senza adeguate misure di protezione e di controllo, dei milioni di dati personali che l´amministrazione quotidianamente tratta”. Dunque, il garante invita ad “una attenta valutazione dei diritti degli stessi funzionari pubblici” e aggiunge: “Occorre evitare una lettura della nuova normativa eccessivamente sbilanciata, che potrebbe tradursi in una violazione, a danno dei dipendenti pubblici, dei diritti fondamentali di ogni lavoratore”.

Vigilanza su ronde e videocamere. Il Garante per la protezione dei dati personali “sente il dovere di vigilare” sulla possibilità “che associazioni di cittadini svolgano attività connesse con i compiti istituzionali delle forze di polizia”. E´ chiaro il riferimento di Pizzetti alla ronde. Ma non solo. Anche le videocamere finiscono nel mirino del Garante: “Un aspetto di preoccupazione è l´utilizzazione da parte delle istituzioni di sicurezza dei dati raccolti da privati”.

Bilancio. Messa in sicurezza delle grandi banche
dati pubbliche e private, banche dati del Dna, corretto rapporto tra diritto di cronaca e dignità delle persone, Internet e il fenomeno dei social network. E ancora più ispezioni e violazioni amministrative contestate. I provvedimenti adottati sono stati 524. “Un rilevante incremento – si fa notare – si è registrato nelle risposte a segnalazioni e reclami, passate dalle 3.078 del 2007 alle 5.252 del 2008.

Internet, democrazia e regole. Proteggere chi utilizza internet “dai Moderni banditi del nuovo far west digitale” e, allo stesso tempo, “proteggere la libertà della rete da chi la vorrebbe soffocare”. Il Garante chiede “regole nuove e condivise” e chiede un più vasto Wto “per dare disciplina e certezze all´immenso sistema di reti di telecomunicazioni, che è il cuore pulsante del mondo contemporaneo”. Perchè per Pizzetti, che cita la rivolta in Iran, la Rete è “una forma di resistenza democratica mai immaginata prima”. (repubblica.it)

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