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Intercettazioni: Fini, il rinvio a settembre sia utile a trovare soluzioni condivise

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Roma, 21 lug 2009 – Il rinvio a settembre dell´esame del ddl intercettazioni non sia -fine a se stesso-, ma sia utile a individuare soluzioni condivise. Dopo l´appello di ieri del capo dello Stato a trovare un´intesa tra le forze politiche sulla riforma delle intercettazioni, interviene anche il presidente della Camera Gianfranco Fini. L´occasione è sempre la stessa: la cerimonia di consegna del Ventaglio da parte della stampa parlamentare. Ieri al Quirinale. Oggi a Montecitorio.

Sollecitati dal presidente dell´Associazione Stampa Parlamentare Pierluca Terzulli a intervenire sulla questione, Napolitano ieri e Fini oggi non sembrano aver dubbi: basta con i contrasti dentro e fuori il Parlamento. Il sistema delle intercettazioni va cambiato, ma bisogna farlo con un sostanziale accordo tra i partiti. L´appello dei vertici dello Stato arriva proprio nei giorni in cui il settimanale ´L´Espressò divulga sul suo sito internet i colloqui registrati tra la escort Patrizia D´Addario e il presidente del Consiglio.


Colloqui che già rimbalzano tra i siti internet dei giornali di mezzo mondo. “Se si verificasse la disponibilità ad un testo maggiormente condiviso – osserva Fini – sarebbe un fatto largamente positivo per la qualità della legislatura ed un fatto che avrebbe conseguenze positive per la politica che sarebbero evidenti a tutti”. Ma, nonostante gli inviti di Fini e di Napolitano, nell´ opposizione non si nasconde lo scetticismo. Il capogruppo Pd in commissione Giustizia della Camera Donatella Ferranti è categorica: il dialogo potrebbe aprirsi solo se la maggioranza farà un passo indietro sia sugli “evidenti indizi di colpevolezzà, che secondo il ddl sarebbero necessari per poter intercettare, sia sul problema della responsabilità degli editori (“che così potrebbero condizionare la testata”). Il dialogo “non sarà possibile”, è poi il commento del presidente dei deputati dell´Idv Massimo Donadi, se il testo non subirà dei “cambiamenti radicali”.


I dipietristi vanno anche oltre: domani circonderanno in una sorta di “abbraccio simbolico” il Quirinale nella speranza di sensibilizzare il capo dello Stato a non firmare l´eventuale testo di riforma delle intercettazioni. Anche da parte della maggioranza non sembra che si aprano grandi spiragli al confronto. Secondo il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri, infatti, il Pd ora “é troppo debole” per avviare sul serio una trattativa. Mentre per il leghista Matteo Brigandì un dialogo sarebbe possibile, ma allo stato “é davvero difficile”. L´unica cosa che deve fare la maggioranza, suggerisce il deputato Pdl Giuseppe Consolo, è quello di andare avanti sulla strada della riforma.


“Cosa si aspetta: l´ulteriore diffusione di intercettazioni cosiddette ´inutili´ rilevanti per il gossip, ma che nulla hanno a che vedere con la Costituzione?”. Salomonico, infine, il consiglio di Clemente Mastella: visto che sul mio ddl nella precedente legislatura si era raggiunta praticamente l´unanimità perché non ripartire da lì?.  (ansa)

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