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Liberta´ di stampa: rapporto Cuba di Rsf, repressione dura e censura contro la carta stampata

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La Havana, 29 lug 2009 – Cinque anni dopo la nascita di Primavera nera, il movimento che riunisce le mogli e i familiari dei detenuti politici, dei giornalisti e degli attivisti incarcerati per reati d´opinione a Cuba, Reporter sans Frontières ha valutato – al momento dell´investitura di Raúl Castro come capo di Stato – la situazione nell´isola. Diciannove i cronisti ancora in carcere. E adesso aggiorna il quadro con le notizie di nuovi arresti, alcuni per ´´pericolosità sociale predelittuosa´´.In risposta ai cortei pacifici che le Damas de blanco organizzavano al termine della celebrazione di ogni messa nella Chiesa di Santa Rita a L´Avana, la repressione di Stato ha colpito duramente con arresti e violenze. Ventisette giornalisti sono stati condannati a scontare pene che andavano dai quattordici ai ventisette anni di carcere. Cinque anni dopo, sono 19 i giornalisti ancora in carcere, tra i quali Ricardo González Alfonso, ex redattore della rivista De Cuba e corrispondente di Reporter sans Frontières, condannato a venti anni di reclusione. A gennaio è tornato nella sua cella di Combinado del Este, a L´Avana, dopo un lungo soggiorno nell´ospedale militare dello stesso penitenziario. Tra i reporter che collaboravano con i media stranieri, arrestati durante la “primavera nera” e tuttora in carcere, sono da segnalare Fabio Prieto Llorente, giornalista freelance, e Miguel Galván Gutiérrez, dell´agenzia di stampa L´Avana, condannati rispettivamente a 20 e 26 anni di reclusione. Altri quattro giornalisti, arrestati nel 2005, vanno ad aggiungersi ai 19 del 2003. Tra questi un fotografo, Omar Rodríguez Saludes, di Nueva Prensa, che è stato punito con la massima pena: 27 anni di prigione.
Il rapporto di RSF sottolinea che, per coloro che non sono già in carcere, è quasi impossibile esercitare la professione di giornalista in un Paese in cui lo Stato ha il monopolio in materia di informazione, stampa e distribuzione e sottolinea tuttavia come la stampa indipendente cubana abbia fatto del proprio meglio: una nuova generazione, spronata dalla società civile che è sempre più attiva a Cuba, ha preso ad operare dai siti e dalle poche riviste clandestine, come ad esemipo la blogger Yoani Sánchez (vedi il suo libro “Cuba Libre”, Rizzoli 2009, in cui racconta la sua incredibile vicenda di “cronista del quotidiano nell´isola” che l´ha fatta diventare una delle 100 persone più influenti del pianeta – ndr). I giovani che hanno conosciuto solo il regime di Castro tentano, con i loro mezzi, di sviluppare una stampa alternativa in direzione dei loro compatrioti.
Inoltre, il Centro de Información Hablemos Stampa (Cihpress, un gruppo di giornalisti all´Avana), ha fatto sapere di essere tenuto all´oscuro circa il luogo di detenzione della fotografa Nelida María López Baez, arrestata il 16 giugno 2009 da parte della Sicurezza di Stato. Alle sette del mattino del 16 giugno, secondo la Cihpress, il figlio di Nelida María ha ricevuto la visita di una donna che gli ha restituito un portafoglio e alcuni oggetti appartenenti a sua madre. La donna ha detto che la fotografa era stata arrestata dalla Sicurezza di Stato, mentre rientrava nei locali di Cihpress. Il luogo di detenzione non è stato chiarito. La giornalista è accusata di “pericolosità sociale predelittuosa”.
Questa disposizione, largamente utilizzata contro i dissidenti, permette di condannare una persona anche se non ha commesso alcun reato, in virtù di una “minaccia potenziale” che rappresenterebbe per la società. Tre giornalisti sono stati condannati dal 2006 per questo motivo a pene che vanno dai tre ai quattro anni di carcere: Oscar Sánchez Madan, corrispondente del sito Cubanet; Ramón Toranso Velázquez, dell´agenzia Libertad, e Raymundo Perdigón Brito, dell´agenzia Yayabo Press.
Inoltre, l´11 luglio a Las Tunas (Est), la giornalista indipendente Ileana Perez Napoli è stata arrestata dalla polizia politica in occasione di una marcia in memoria delle vittime di una operazione di rappresaglia dei guardacosta. Il 15 luglio, il giornalista indipendente David Montero Aguila è stato portato con la forza presso il Dipartimento di Sicurezza interna da parte di funzionari della Polizia rivoluzionaria Nazionale (PNR). Durante l´operazione gli agenti hanno sequestrato la sua chiavetta Usb e delle copie di giornali come il quotidiano americano New Herald e La Revue dissidente.
Cuba attualmente assurge al rango di terza prigione al mondo per i giornalisti, dopo l´Iran e la Cina.
Il 21 luglio è stato arrestato Darsi Ferrer, Direttore del Centro per la salute e i diritti umani Juan Bruno Zayas, particolarmente noto per le sue informazioni sullo stato attuale del sistema sanitario cubano e la situazione dei prigionieri politici. Già il 9 luglio il dissidente e sua moglie Yusnaymi Jorge Soca erano stati trattenuti in casa per 12 ore perchè avevano organizzato una manifestazione pacifica intitolata “Il viaggio della vita”.
Secondo il rapporto di RSF, il cambio di guardia a Cuba (tra Fidel e suo fratello Raul alla presidenza della Repubblica Socialista) non ha di fatto comportato miglioramenti per la libertà di informazione nell´isola, anche se deve prendere atto di alcuni segnali positivi. Ad esempio il 15 febbraio 2008 è stato liberato il giornalista dissidente Alejandro González Raga e altri tre dissidenti, tutti in carcere dalla “Primavera nera”. Un altro segno di apertura è stata la firma, da parte di Cuba, di due convenzioni delle Nazioni Unite: uno relativo ai diritti economici, sociali e culturali, l´altra sui diritti civili e politici. Anche l´annuncio, il 13 marzo, dell´abolizione delle restrizioni, sui singoli cittadini, sull´acquisto di materiale informatico rappresenta un passo molto positivo.
Reporter sans Frontières sostiene, inoltre, i colloqui tra il governo spagnolo e quello cubano per ottenere il rilascio di 23 giornalisti attualmente in carcere ed ha anche invitato il governo degli Stati Uniti a revocare le restrizioni che ostacolano l´accesso a Internet dei cubani dell´isola e i contatti tra i giornalisti locali e gli editori con sede all´estero. RSF ha invitato, infine, le ambasciate europee a L´Avana ad aprire le porte alla stampa dissidente. (agendacomunicazione)

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