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Liberta´ di stampa: Sudan, rinviato processo alla giornalista che rischia condanna a 40 frustate per aver indossato pantaloni

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Khartoum, 29 lug 2009 – E´ stato rinviato al 4 agosto il processo alla giornalista sudanese Lubna Ahmad Hussein che rischia 40 frustate per aver indossato i pantaloni, tenuta considerata ´´indecente´´ secondo i canoni islamici e che tre settimane fa è costata una pena analoga ad altre dieci donne vestite allo stesso modo che si trovavano con lei in un locale a Khartoum.
Le autorità mi hanno detto che devo comparire davanti al giudice – ha annunciato ieri la giornalista che scrive per il giornale di sinistra Al-Sahafa e lavora per la missione delle Nazioni Unite in Sudan (Unmis). “E´ importante che la gente sappia quello che accade”, ha aggiunto la donna chiedendo ai colleghi di essere presenti quando sarà frustata. “Mi daranno 40 frustate e mi imporranno una multa di 250 sterline sudanesi”, circa 80 euro, ha aggiunto.

Stamani la corte l´ha convocata per chiederle se intendeva avvalersi dell´immunità o rinunciarvi e andare a processo. La giornalista ha detto di voler dare le dimissioni da funzionaria dell´Onu, rinunciare quindi all´immunità ed essere processata: l´udienza è stata fissata al 4 agosto.
La giornalista era stata fermata dalla polizia il 3 luglio mentre si trovava al ristorante insieme ad altre donne perché indossavano i pantaloni. Dieci di loro erano state convocate dalla polizia due giorni più tardi e ciascuna di loro aveva ricevuto dieci frustate. Lei e altre due sono state segnalate alla magistratura per essere processate. In vista dell´applicazione della sentenza, la giornalista sudanese ha distribuito 500 inviti a suoi colleghi e politici del paese affinché assistano di persona alla fustigazione. (repubblica.it)————————————————————————————————————————–

30 lug 2009 – Lubna Hussein, l´impiegata dell´Onu e giornalista che rischia 40 frustate per aver indossato pantaloni in pubblico, ha deciso di rinunciare alla sua immunità diplomatica e di lasciare le Nazioni Unite per fare del suo processo un caso internazionale. “Voglio dimettermi dall´Onu, voglio che questo caso continui”, ha dichiarato Hussein davanti alla corte che le ha chiesto se intendeva avvalersi della sua immunità.

L´avvocato della donna, scrive il giornale britannico Independent, ha spiegato che il suo obiettivo è di “dimostrare la sua innocenza”, cosa che non potrebbe fare se si avvalesse dell´immunità, e “combattere contro la legge, che va riformata”.

L´accusa su di lei è quella di atti osceni in luogo pubblico, per aver indossato un paio di pantaloni verdi in un ristorante, ampiamente coperta da uno scialle fino al bacino. Hussein ha anche rifiutato la grazia del presidente Omar al-Bashir e il processo, che doveva essere celebrato ieri, è stato aggiornato al 4 agosto.

La dipendente Onu, che è anche giornalista e ha scritto articoli molto critici con il regime sudanese, ha deciso di trasformare il giudizio in un caso mediatico, invitando amici e sostenitori: già ieri, la corte era piena di attivisti per i diritti delle donne e ong che la sostengono. Hussein è stata accusata dopo un raid della polizia in un ristorante lo scorso 3 luglio, in cui sono state arrestate altre 10 donne, punite con 10 frustate l´una pochi giorni dopo con un giudizio sommario. L´impiegata dell´Onu e altre tre donne, accusate dopo la retata, si sono invece rivolte a un avvocato e hanno potuto cominciare un vero processo.(repubblica.it)

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