Cerca
Close this search box.

Tv: rottura tra Sky e Rai, quanta confusione tra decoder e piattaforme

Condividi questo articolo:

Milano, 1 ago 2009 – Cresce, in Italia, il numero delle piattaforme e dei decoder. Aumenta la complessità della scelta per gli utenti. Né il futuro promette grandi semplificazioni: nei prossimi anni anche il digitale terrestre, come già oggi Sky, punterà sull´Alta Definizione, nelle regioni dove si spegne il segnale analogico. Nelle altre non c´è capacità trasmissiva sufficiente. Chi vuole vedere film o partite in HD dovrà cambiare l´attuale decoder digitale terrestre o quello di TivuSat.
La transizione come va? Se qualcuno si vuole divertire, a Roma e nel Lazio, e ha un decoder digitale terrestre, provi a percorrere la lista dei canali dall´1 al 920: decine e decine di canali “neri”, decine e decine di posizioni occupate senza trasmettere nulla, decine di canali di cui non si riceve il segnale, decine di canali a pagamento, sempre “neri” per chi non paga o magari ha un decoder zapper che non consente di inserire la carta magnetica. Meno male che era la piattaforma universale…

E, soprattutto, per chi ancora s´interessa al pluralismo e alla concorrenza, uno strapotere evidente dei canali Rai e Mediaset. Le altre offerte appaiono non solo minoritarie quantitativamente, per numero di programmi, ma soprattutto qualitativamente. La dominanza analogica non solo si riproduce nel digitale ma aumenta con il moltiplicarsi della capacità trasmissiva.

Su Sky, nel frattempo, non ci sono più i canali di RaiSat. Alla mezzanotte di venerdì, come per incanto, al loro posto sono subentrati i marchi dei 20 nuovi canali annunciati da Sky. Non tutti nuovi, per la verità: in alcuni casi si tratta di canali +1, quelli che trasmettono, un´ora dopo, gli stessi programmi del canale gemello. Il fallimento della trattativa Rai-Sky era annunciato. La Rai lo aveva pianificato come tale sin dall´inizio e si è comportata coerentemente a tale obiettivo. Sky si è limitata all´offerta iniziale e da quella non si è mossa.

La Rai pensava che Mediaset annunciasse la grande trasmigrazione da Sky alla piattaforma Rai-Mediaset, ovvero TivùSat. Non è andata proprio così: i canali generalisti di Mediaset restano su Sky ma non criptando il segnale nello standard NDS (quello di News Corp e di Sky), alcuni programmi non potranno essere visti dagli abbonati Sky. La Rai dovrà fare necessariamente lo stesso. Ora, finché si tratta di una partita della nazionale, come Italia-Georgia del 5 settembre prossimo, la cosa è giustificata dal fatto di non detenerne i diritti per l´estero (ma non deve valere anche per TivùSat?). Se, invece, tale pratica si allargherà ad altri prodotti, come la fiction o l´intrattenimento, sarà solo un modo per penalizzare Sky e i suoi abbonati. E per penalizzare la raccolta pubblicitaria di Rai e Mediaset, che su Sky valgono metà degli ascolti della piattaforma satellitare.

In più, ora la Rai deve accollarsi il costo dei canali di RaiSat, se vuole distribuirli nel digitale terrestre e su TivùSat (senza il David Letterman Show, pezzo forte di RaiSat Extra, acquistato da Sky). Ecco perchè il Cda della Rai, tra qualche distinguo e qualche ipocrisia, non ha “preso atto”, giovedì scorso, del modo in cui è stata gestita la trattativa con Sky. Cosa sarà di RaiSat senza i 50 milioni che la Rai prendeva da Sky e che dal 2009 non ci sono più?

Riassumiamo. Sul decoder di Sky restano i canali generalisti di Rai e Mediaset, con qualche “oscuramento” mentre sono usciti i canali di RaiSat, tranne Gambero Rosso. Entrano 20 nuovi canali (incredibile che Sky dedichi un canale al cinema italiano e la Rai nessuno). Sul decoder TivùSat dovrebbero aggiungersi i canali di RaiSat, dato che la piattaforma Rai-Mediaset trasmette via satellite tutta l´offerta gratuita del digitale terrestre (ma se comprate un decoder TivùSat Humax o Adb e inserite nell´apposito slot la carta di Conto Tv, ne vedrete i programmi).

Il digitale è la via obbligata per il sistema televisivo. Il modello italiano di transizione fa scontare agli utenti e ai cittadini l´anomalia di un assetto nel quale, tra l´altro, i gestori delle piattaforme e gli operatori delle reti terrestri sono anche i principali editori. In Europa accade il contrario e c´è più concorrenza tra gli editori, a tutto vantaggio degli utenti. (ilsole24ore.com)

Il network