Roma, 7 ago 2009 – Il presidente del Consiglio attacca il Tg3. Lo spunto è la domanda di una giornalista del tg diretto da Antonio Di Bella durante la conferenza stampa del premier, che risponde secco: «lei fa parte di una testata che ieri ha fatto 4 titoli tutti negativi contro il Governo». «Non dobbiamo più sopportare, non possiamo più sopportare» – dice Silvio Berlusconi – «che la Rai sia l´unica tv pubblica del mondo che con i soldi di tutti attacca il Governo». E aggiunge: «siamo maggioranza, non vogliamo fare quello che ha fatto la sinistra quando era al Governo e la Rai continuava ad attaccare l´allora opposizione. C´è una sinistra che attacca l´avversario, e una maggioranza democratica che non attacca la sinistra. Il mandato che vorrei per la Rai è che faccia il servizio pubblico».Le dichiarazioni del premier arrivano nel pieno della polemica sulle ultime nomine Rai, dopo che l´opposizione non ha partecipato al voto nel Cda per la definizione dei nuovi incarichi e il presidente Rai Paolo Garimberti ha votato contro Gianluigi Paragone alla vicedirezione di Raiuno.
Dure le risposte dell´opposizione. «Il premier si deve rassegnare. Finché il servizio pubblico esiste, nel nostro Paese abbiamo un baluardo di libertà, di pluralismo e di informazione credibile», dice Giorgio Merlo, componente Pd in commissione di Vigilanza. Secondo il leader Idv Antonio Di Pietro «solo nelle peggiori dittature si pretende il silenzio dell´informazione e, purtroppo, noi siamo su quella strada: si é passati dall´isolamento di giornalisti liberi, come Biagi e Santoro, alla violenza psicologica. E sappiamo che per arrivare a quella fisica, come accaduto in Russia, il passo é breve». Alle parole del presidente del Consiglio replica anche l´Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai. «Di fronte ad attacchi in stile editto bulgaro come quello di Berlusconi al Tg3, oltre ad esprimere ai colleghi solidarietà, possiamo solo mettere in campo una speranza: quella di un risveglio civile delle coscienze dei cittadini italiani», afferma in una nota il segretario nazionale Usigrai, Carlo Verna. «Quella di Berlusconi è una vera e propria minaccia all´indomani di nomine che cancellano il pluralismo nel servizio pubblico radio televisivo. Siamo di fronte ad un premier che non ha il senso della misura e la percezione del termine pudore». (ilsole24ore.com)