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Libertà di stampa: Bossi frena sull´inno, giornalisti in galera

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Val Malene (Trentino), 18 ago 2009 – Dovrebbero metterli in galera, i giornalisti. Hanno inventato la storia dell´inno nazionale. L´avete capito, perché? Perché stiamo parlando di salari differenziati e territorializzati. Lo ha detto questa sera Umberto Bossi, parlando in Val Malene, in Trentino, alla festa provinciale della Lega Nord. Il leader della Lega è tornato sulla querelle dell´inno nazionale ribadendo che “i magistrati dovrebbero chiamare i giornalisti e metterli dentro”. Ha quindi aggiunto: I direttori dei giornali hanno pensato bene di inventare qualcosa di grave per la Lega – ha aggiunto Bossi – così il partito va in crisi. Sparano contro la Lega e contro Bossi – ha proseguito il ministro – senza capire che milioni di persone sono con noi, dal Piemonte al Friuli-Venezia Giulia. (ansa)————————————————————————————————————————————
BOSSI, PARLANO DELL´ INNO PER NON PARLARE DELLE GABBIE SALARIALI
di Serenella Mattera

ROMA – La Lega contro ´Fratelli d´Italià? “Non è così”. Investito dal serrato fuoco di fila di alleati di governo e opposizione, il leader del Carroccio Umberto Bossi definisce la polemica sull´inno nazionale frutto di una “forzatura” delle sue parole, inventata ad arte “per non parlare delle gabbie salariali e della necessità di aumentare i salari”. Ma la precisazione non placa gli animi. E alle voci critiche si aggiunge quella di ´Famiglia Cristiana´, che stigmatizza le “proposte bislacche” della Lega e boccia senza appello la legge sulla sicurezza del ministro Maroni, che “porterà dolore” e “sembra scritta da don Rodrigo”. Per il secondo giorno, dal dibattito sulle ultime uscite del Carroccio, emergono poi i commenti duri degli alleati del Pdl, che non nascondono più l´insofferenza per certe proposte su dialetti e bandiere, gabbie salariali e inni, che hanno guadagnato alla Lega Nord il monopolio quasi assoluto della scena estiva.

Mentre emerge, sotto la sabbia delle polemiche di giornata, una più ampia partita politica, che si spinge fino alle regionali 2010 e coinvolge l´eventuale alleanza con l´Udc. “Il vero scopo della Lega è la secessione – è l´avvertimento lanciato dal presidente emerito Carlo Azeglio Ciampi in un´intervista a ´La Repubblica´ – ma credo che la maggioranza degli italiani e anche gran parte dell´attuale maggioranza di governo la secessione non la voglia”. E in effetti, gli alleati oggi tendono a bocciare e insieme minimizzare le sortite leghiste. Il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto, dice che “il dialetto, la bandiera e l´inno d´Italia sono temi sostanzialmente immodificabili e certamente neanche sfiorati nel programma di governo”.

Mentre il capogruppo al Senato, Maurizio Gasparri, parla di “attività di propaganda” che “vengono sopravvalutate” e che, secondo il sindaco di Roma Gianni Alemanno, sono come “temporali estivi”. Ma a ben vedere, entra in gioco, tra gli alleati, la partita delle regionali del 2010. A quell´appuntamento elettorale sarebbero infatti finalizzate le “boutade” leghiste, secondo il vicepresidente dei deputati del Pdl Italo Bocchino. E allora entra in gioco il convitato di pietra Unione di centro. “Dalla Puglia in su siamo pronti ad allearci con voi”, fa sapere al Pdl il presidente dell´Udc Rocco Buttiglione. Che pone però una condizione: “purché strappiate dalle mani della Lega le chiavi del centrodestra”. Dal partito del premier arrivano segnali di apertura, come quello di Cicchitto, che definisce “auspicabile” un´alleanza. E Adolfo Urso, segretario generale di ´Farefuturo´, la fondazione presieduta da Gianfranco Fini, si spinge oltre: “La presenza di Casini nella maggioranza ridurrebbe certamente il peso della Lega e renderebbe più stabile e chiara la democrazia bipolare”.

Ma certi apprezzamenti troppo espliciti non piacciono a Maurizio Gasparri, che striglia i “troppi del Pdl, per fortuna ininfluenti” che avanzano l´ipotesi dell´alleanza “per creare liti nell´attuale salda maggioranza”. Quanto alle reazioni dell´opposizione sulle uscite della Lega, se dal Pd Giorgio Merlo evidenzia come sia il partito di Bossi a “dettare l´agenda di governo”, l´ex esponente di An e fondatrice di ´Io Sud´, Adriana Poli Bortone lancia una provocazione: se Bossi boccia l´inno, i meridionali “non comprino i prodotti della Padania”, provocando la reazione stizzita del ministro delle Politiche agricole, il leghista Luca Zaia: “Boicottiamo Poli Bortone, tra i maggiori responsabili del disastro delle quote latte in Italia”. Ma l´attacco più duro della giornata arriva da ´Famiglia cristiana´: “l´onda della legge Maroni sulla sicurezza è arrivata a travolgere anche i matrimoni tra stranieri e i matrimoni misti”, scrive il settimanale dei Paolini. Che sottolinea: “sfruttando la leadership appannata del premier, con una classe politica acquiescente, i leghisti sembrano insaziabili”. Risposta del capogruppo del Carroccio alla Camera Roberto Cota: “Famiglia cristiana ricorda Azzeccagarbugli”. (ansa)

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