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Libertà di stampa: accuse al direttore di "Avvenire", il gip di Terni limita l´accesso agli atti ai giornalisti

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Terni, 1 set 2009 – Nella vicenda della condanna per molestie al direttore dell´Avvenire Dino Boffo, chiusa con un´ammenda di 516 euro, il gip Pier Luigi Panariello del tribunale di Terni, presso il quale il procedimento è stato registrato, farà visionare ai giornalisti solo una parte dei documenti e non l´intero fascicolo. Lo ha annunciato ai giornalisti lo stesso magistrato.
Nel decreto di condanna visionato da Reuters e datato 8 aprile 2004, si legge che l´imputato “effettuando ripetute chiamate sulle sue utenze telefoniche la ingiuriava anche alludendo a rapporti sessuali col suo compagno,… recava molestia…”.

Nel documento è omesso il nome della donna destinataria delle telefonate.

Boffo ha sostenuto di aver voluto accettare il provvedimento per evitare conseguenze all´autore delle telefonate, a suo dire un giovane tossicomane (ora deceduto) che frequentava la comunità presso cui lavorava e che avrebbe utilizzato a sua insaputa il suo telefonino.

La vicenda è al centro di una durissima polemica mediatica, che ha avuto ripercussioni sui rapporti tra governo e Chiesa, dopo che la settimana scorsa Il Giornale, quotidiano di proprietà di Paolo Berlusconi e diretto da Vittorio Feltri, aveva attaccato Boffo, definendolo “privo dei titoli per fare il moralista” (il quotidiano dei vescovi aveva espresso posizione critiche nei confronti dello stile di vita di Berlusconi) pubblicando un documento che richiama la vicenda giudiziaria risalente al 2001.

Boffo ha definito il documento pubblicato dal Giornale “non un´ ´informativa´, ma un´emerita patacca” e “traccia contorta e oscura che qualcuno ha confezionato e fatto girare in attesa che un allocco si presti al gioco”. E´ emerso infatti che nei mesi scorsi molti vescovi italiani sono stati raggiunti da una missiva anonima contenente copia del decreto e una lettera che allude esplicitamente a presunte indagini da parte di organi di sicurezza sullo stesso Boffo, relative alla sua omosessualità.

Boffo e alcuni media a cominciare dal quotidiano Repubblica, hanno denunciato quella che secondo loro è una trama ordita a tavolino, poiché il caso è stato sollevato con grande scalpore mescolando i pochi elementi del decreto a pesanti allusioni contenute non in documenti giudiziari ma nella lettera anonima. Di qui l´interesse dei giornalisti a visionare le carte del procedimento giudiziario.

L´articolo con le accuse a Boffo, dai cui contenuti il premier Silvio Berlusconi si è dissociato, ha provocato una crisi nei rapporti fra Palazzo Chigi e Oltretevere, culminata venerdì scorso nell´annullamento della partecipazione a L´Aquila del premier alla cena per le celebrazioni della Perdonanza, dove era atteso anche per un incontro col cardinale Tarcisio Bertone.

Il portavoce della Santa Sede padre Federico Lombardi ha confermato oggi che il segretario di Stato Tarcisio Bertone ha parlato con Boffo “manifestandogli la sua vicinanza e solidarietà”. (it.reuters.com)

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