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Libertà di stampa: rappresaglia dei Taliban in Afghanistan dopo il raid Nato, rapito un giornalista del Nyt

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Kabul, 5 set 2009 – Un ordigno è esploso nella provincia di Kunduz ferendo quattro soldati tedeschi per fortuna in modo abbastanza lieve. La zona è la stessa del raid aereo della Nato contro i taliban che avevano sequestrato due cisterne dell´esercito tedesco, un raid in cui sono rimaste uccise decine di persone, 90 le vittime ammesse dalle fonti ufficiali: insorti, ma anche civili. I taliban, invece, sostengono che i morti sono stati almeno centocinquanta, tutti abitanti del villaggio di Angorbagh, in massima parte bambini o ragazzi. Un giornalista del New York Times che ha cercato di raggiungere l´area bombardata è stato rapito insieme al suo traduttore afgano. Il ministro della Difesa tedesco, al centro delle polemiche, difende il contingente da cui è partito l´ordine del bombardamento: “Per noi era un pericolo”. E l´esercito smentisce che vi siano state, tra le vittime, anche civili. Ma le polemiche non si fermano. I ministri della Ue criticano il raid e l´Onu apre un´inchiesta.
Attacco ai tedeschi, quattro feriti. L´attacco di oggi “è avvenuto nell´area di Bagh-e-Millie sull´autostrada Kunduz-Takhar e la bomba ha parzialmente danneggiato un veicolo militare ferendo quattro soldati”, ha spiegato Mohammad Nasir Alkozai, dell´ufficio stampa del comando tedesco. Considerata una provincia relativamente tranquilla, la zona di Kunduz – dove è schierato il grosso del contingente tedesco, oltre 3500 uomini, in Afghanistan – è diventata negli ultimi mesi teatro di attacchi da parte della guerriglia taliban. Secondo altre fonti l´attacco contro i militari tedeschi è stato un attentato suicida. Il governatore della provincia, Mohammed Omar, infatti ha detto che l´attentatore si è lanciato a bordo di una macchina carica d´esplosivo contro il veicolo tedesco, ferendo i quattro militari. Un portavoce della ´BundesWehr´, le Forze Armate della Germania, dal comando operativo di Potsdam, vicino a Berlino ha assicurato che “non vi è motivo di preoccuparsi”, giacchè tutti i militari coinvolti nell´esplosione hanno riportato lesioni di lieve entità.

Inchiesta sul raid Nato. Le Nazioni Unite annunciano una propria inchiesta sul raid della Nato a Kunduz. Peter Galbraith, il numero due della missione Onu in Afghanistan, ha espresso la preoccupazione per le vittime civili, spiegando che un team di inquirenti dell´Onu sono diretti nella regione. “Deve essere esaminato quello che è successo per stabilire perché un raid aereo è stato compiuto in circostanze in cui era difficile determinare con certezza che non vi fossero vittime civili”, ha aggiunto. Il raid è avvenuto nella notte tra giovedì e venerdì, mentre, secondo alcune ricostruzioni, intorno alle cisterne cariche di gasolio rubate dai taliban alle forze tedesche vi erano molti civili che stavano prendendo il gasolio dagli automezzi. Il presidente Hamid Karzai aveva definito il raid comunque “inaccettabile”.

I soldati americani e tedeschi dai feriti. Ufficiali delle forze armate statunitensi e tedesche hanno incontrato le famiglie delle vittime e i feriti del raid per cercare di placare la rabbia per un incidente che mina gli sforzi della Nato per conquistare l´appoggio della popolazione. Una delegazione guidata dal contrammiraglio Usa Greg Smith ha visitato l´ospedale centrale di Kunduz, Shaifullah, dove sono ricoverati (in condizioni di igiene pessime) diversi ustionati nell´esplosione. Un bambino di 6-7 anni gravemente ferito ha raccontato agli ufficiali che “ero andato a prendere il carburante con tutti gli altri e poi le bombe sono cadute su di noi”.

Ue, ministri degli Esteri criticano il raid. Riuniti a Stoccolma per discutere l´impegno per la stabilizzazione dell´Afghanistan, i ministri degli Esteri dei Paesi membri dell´Unione europea criticano il raid della Nato. Il francese Bernard Kouchner ha sottolineato come per ottenere la fiducia degli afgani sia necessario lavorare con loro non attaccarli con bombe. Il lussemburghese Jean Asselborn ha parlato di una “inacettabile catastrofe”. L´inglese David Miliband ha posto l´accento sulla sicurezza degli stessi militari europei impegnati in Afghanistan, dopo l´attentato “gravemente compromessa”. Ieri sera l´italiano Frattini aveva detto: “Siamo lì per proteggere la sicurezza degli afgani, non per provocarne la morte”.

La Germania: “Nessuna vittima civile”. A pochi giorni dalle elezioni politiche del 27 settembre, divampa la polemica in Germania. Molti media del Paese sostengono che la Germania sia formalmente in missione di pace, ma in realtà sia in guerra. Il ministro della Difesa cerca di difendere i suoi militari: “Quando a sei chilometri da noi, i taliban prendono due cisterne di benzina, ciò significa un grande pericolo per noi”, ha dichiarato Franz Josef Jung. L´esercito tedesco ha poi parlato di 50 vittime fra i militanti ribelli, smentendo che vi siano stati morti fra i civili.

Rapito giornalista del New York Times. Un giornalista britannico del New York Times è stato rapito dai taliban nel distretto di Khahar Dara, nella provincia settentrionale di Kunduz, la stessa del raid Nato. Insieme al giornalista è stato rapito anche il suo interprete afgano. Il governatore, Mohammad Omar, non aveva autorizzato il giornalista a raggiungere il luogo del bombardamento della Nato, ma il reporter ha voluto spingersi comunque nella zona ed è stato rapito da un comandante taliban che si chiama Mullah Abdur Rehman.

Elezioni, risultati rinviati. E´ stato posposto il nuovo aggiornamento dei risultati parziali relativi alle presidenziali: prevista per oggi, la divulgazione dei dati, che sarebbe stata la quinta dal giorno della consultazione, slitterà a domani oppure a lunedì. L´annuncio è stato dato da una portavoce della Commissione rlettorale indipendente afgana, Marzia Siddiqi, che ha addotto un non meglio precisato “problema tecnico” come motivo del rinvio. La portavoce ha peraltro aggiunto che la Commissione spera di poter fornire, alla prossima occasione, i risultati preliminari del voto. Per l´ufficializzazione di quelli definitivi occorrerà comunque aspettare almeno il 17 settembre. Più lunga si profila l´attesa per le elezioni provinciali, svoltesi contestualmente. Gli ultimi dati delle presidenziali, resi noti tre giorni fa, si riferivano al 60 per cento dei seggi, e davano sempre in vantaggio il capo dello Stato uscente, Hamid Karzai: su 3,69 milioni di schede convalidate, Karzai era accreditato di 1,74 milioni di preferenze pari al 47,3 per cento del totale, a fronte dei circa 1,20 milioni di suffragi attribuiti al suo principale avversario, Abdullah Abdullah, ex ministro degli Esteri, che finora ha raccolto il 32,6 per cento.(repubblica.it)

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