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Libertà di stampa: Afghanistan, liberato il giornalista del Nyt. Nel blitz rimaste uccise quattro persone

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Kabul, 9 set 2009 – Un blitz militare della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf) della Nato in Afghanistan ha permesso di liberare la notte scorsa nella provincia settentrionale di Kunduz il giornalista britannico- irlandese del New York Times Stephen Farrell, rapito mentre con un interprete viaggiava nella zona infestata dai talebani. L´operazione elitrasportata, avvenuta nel distretto di Chahar Dara, è comunque costata la vita ad almeno quattro persone: l´interprete, Sultan Munadi, un militare britannico, una donna e una bambina. Non è chiaro invece se nella sparatoria con le forze dell´Isaf siano morti dei sequestratori.

L´avvenuto rilascio, anticipato dall´agenzia di stampa afghana Pajhwok, è stato confermato all´ANSA dal governatore di Kunduz, Mohammad Omar. “All´operazione – ha detto – hanno partecipato solo forze straniere. Il blitz ha avuto successo ma i talebani sono riusciti a uccidere l´interprete afghano”. Secondo la versione dello stesso Farrell al suo giornale, Munadi è stato colpito dai proiettili quando si è precipitato insieme a lui fuori dalla casa dov´erano tenuti ostaggio, subito dopo che i talebani erano “fuggiti”, ed è quindi forse caduto vittima di “fuoco amico”, anche se lo stesso Farrell ammette di non sapere da dove arrivassero i proiettili. Un portavoce dei talebani, Zabihullah Mujahid ha sorprendentemente indicato che il suo movimento “non era al corrente del rilascio di un giornalista britannico e dell´ uccisione del suo interprete”.
La fine dell´incubo per Farrell, sequestrato il 5 settembre, é stata annunciata anche dallo stesso New York Times nella sua pagina on line.

Ad essa il giornalista ha affidato le prime dichiarazioni dopo la liberazione, e riguardo alla morte di Munadi ha detto: “Dopo che abbiamo abbandonato la casa dove eravamo rinchiusi lui è uscito allo scoperto gridando ´Giornalista! Giornalista!´, ma è caduto sotto una pioggia di proiettili”. “Io – ha concluso – mi sono buttato in un fossato”, gridando “Ostaggio britannico!”. Farrell, al New York Times dal 2007, era stato già rapito una volta nel 2004 a Fallujah in Iraq, quando lavorava per il Times di Londra. (ansa)

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