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Editoria: mercoledì arriva in edicola "il Fatto" di Padellaro e Travaglio

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Roma, 19 set 2009 – Mercoledì 23 settembre è il ‘D-Day’ del Fatto Quotidiano, il nuovo giornale nato dalla rodata collaborazione all’Unità tra Antonio Padellaro, Furio Colombo e Marco Travaglio. Sedici pagine, sei giorni di uscita, un costo di 1,20 euro a copia, per raccontare i fatti senza il condizionamento di un editore-padrone e una scelta di campo: rinunciare tout court ai finanziamenti pubblici. La partenza è positiva: il Fatto ha incassato la fiducia di 28 mila aspiranti lettori che hanno sottoscritto l’abbonamento prima ancora di giudicare il prodotto. Il Fatto Quotidiano è stato presentato nella sede della stampa estera da Padellaro, Colombo, Travaglio, affiancati da Giorgio Poidomani, amministratore delegato dell’Editoriale Il Fatto (e già ad dell’Unità) e da Peter Gomez che, insieme a Marco Lillo, ha lasciato l’Espresso per lanciarsi nella nuova avventura. In platea Luca Telese, Sandra Amurri e Beatrice Borromeo, componenti della squadra. Presenti i vertici della Federazione della stampa Franco Siddi e Roberto Natale. “Ci rivolgiamo – ha detto Padellaro in apertura – anche ai colleghi stranieri i quali, in queste ultime settimane, ci hanno chiesto cosa ci spingesse fare un nuovo giornale in un momento in cui il settore editoriale è in crisi e la stampa è sotto assedio, sottoposta all’artiglieria pesante di Silvio Berlusconi. Ma è proprio per questo che serve una reazione civile dei giornalisti che credono nella libertà di stampa”. La linea al giornale la darà la Costituzione Italiana. E sarà centrale l’opposizione al premier che, ha precisato Peter Gomez, non significa essere ‘filo-opposizioni’”. Grande attenzione al mondo di Internet al quale sarà dedicata una pagina al giorno per ribadire l’attenzione ai giovani e all’evoluzione dei media. La diffusione sarà concentrata nelle grandi città, mentre laddove si dimostrasse difficoltosa c’é l’opportunità di scaricare il giornale in versione pdf. Break even 10-15 mila copie. “Un giornale che – ha detto Travaglio – si prefissava questo obiettivo, poteva arrivare a 2-3 mila copie in abbonamento e non a 28 mila e questo dato conferma che esiste un altro Paese poco o affatto rappresentato, quelli che vogliono saperne di più. Adesso sentiamo forte la responsabilità che ci hanno affidato e non vogliamo tradire le loro attese”. Un’altra condizione per rendere davvero libero Il Fatto – ha spiegato Poidomani – è l’equilibrio economico, mantenendo bassi i costi fissi; le norme statutarie che rendono vincolanti i pareri dei giornalisti-azionisti su scelte importanti come la nomina del direttore; e ovviamente la rinuncia ai fondi pubblici. Il concetto di libertà- ha aggiunto – è nella stessa storia dei protagonisti del Fatto. “Nessuno di noi – ha sottolineato Furio Colombo – viene da passati politici da affermare o rinnegare continuamente e neanche abbiamo fatto parte di gruppi anche molto per bene. E questo ci rende autonomi. Al Fatto vogliamo fare analisi logiche e non morali”. Tante le domande e qualche battuta di Travaglio che ha scherzato sulle attese appuntate sul giornale: “In breve, noi cercheremo di rispondere alle dieci domande…”. “Ma se Berlusconi chiede uno o due milioni a chi gliele ha fatte, figurati a noi…”. Parole prese sul serio da qualcuno: “Allora ci aspettiamo uno scoop sulle dieci domande?”. Risposta negativa e dopo due ore di conferenza stampa, Padellaro ha chiuso: “Dobbiamo andare, c’é ancora tanto lavoro da fare”. (ansa)

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