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Libertà di stampa: ddl intercettazioni, Articolo 21 prepara ricorso a Strasburgo

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Roma, 24 set 2009 – E´ ora che i giornalisti passino dall´indignazione all´azione. Se il ddl intercettazioni diventa legge partiremo immediatamente con tre azioni decise. Lo annuncia Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21, durante un conferenza stampa alla Camera. Faremo un esposto alla Corte di Strasburgo contro la madre di tutte le ´leggi bavaglio´ – spiega il giornalista -. Quindi ne faremo uno alla Corte di Conti italiana sulla base di denunce pubbliche di consiglieri di amministrazione Rai perche´ valuti se l´uscita dalla piattaforma Sky abbia recato un grave danno economico (si parla di 50 milioni di euro). Infine manderemo una lettera ai presidenti dell´Autorita´ delle Comunicazioni e della concorrenza e mercato perche´ acquisiscano la registrazione della puntata di ´Porta a Porta´ in cui Berlusconi pronuncia un nuovo ´editto bulgaro´ per poi verificare se cda e direzione generale della Rai lo mettano in pratica. Il 3 ottobre Articolo 21, Fnsi e altri soggetti associativi e sindacali hanno organizzato una manifestazione nazionale in difesa della liberta´ d´informazione. Giulietti ha poi denunciato che in Rai si prepara -una sorta di lunga lista di proscrizione per eliminare personaggi televisivi sgraditi (giornalisti e conduttori)-. -A parte Santoro, Travaglio, Floris, Gabanelli, Di Bella – spiega – dobbiamo considerare a rischio anche Fazio, Dandini, Bertolino. Inoltre, ho sentito con le mie orecchie a Viale Mazzini dirigenti Rai fare queste considerazioni: e´ ora di mandare via Corradino Mineo perche´ e´ morto Sandro Curzi, suo referente politico, e non ha piu´ nessuno neppure in Parlamento. In quanto ad Angela Buttiglione, direttore di TgR, la sua posizione e´ in bilico perche´ e´ considerata troppo morbida: dicono che non ha ´incenerito col lanciafiamme´ gli avversari politici del governo e ha un atteggiamento troppo moderato cattolico che non le consente neppure di mandare via otto giornalisti della sua testata per sostituirli con altrettanti graditi al governo. (agi)

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