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Libertò di stampa: il governo, istruttoria su "Annozero". L´opposizione insorge, abuso di potere

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Roma, 26 set 2009 – Non si placano le polemiche dopo la prima puntata di Annozero. Ieri il ministro Scajola l´aveva definita ´spazzatura´ annunciando la convocazione dei vertici Rai. E oggi Paolo Romani, viceministro alle Comunicazioni (dipartimento del ministero dello Sviluppo) annuncia l´apertura di un´istruttoria: ´Sarà avviata ai sensi dell´articolo 39 del contratto di servizio, che prevede per il ministero l´obbligo di curare la corretta attuazione del contratto stesso´. Al termine della procedura, spiega Romani, ´si valuterà se richiedere l´intervento dell´Autorità garante nelle Comunicazioni per l´applicazione delle sanzioni´. Ma l´opposizione insorge.
Sul tema interviene oggi il presidente del Senato Renato Schifani, che si appella “al buon gusto”. Chiedendo uno stop al “gossip” e usando la stessa espressione che da mesi il centrodestra usa per minimizzare la vicenda delle escort nelle residenze del premier.”Quello che mi preoccupa è che l´imbarbarimento della politica, che si era trasferito anche alla comunicazione della carta stampata, si sta spostando anche sul mezzo televisivo” dice Schifani.

Da Annozero, a commentare è Marco Travaglio. “Quello che è successo ieri (l´iniziativa di Scajola, ndr) è più grave dell´editto bulgaro – dice, collegandosi telefonicamente con piazza Navona, dove si svolge la manifestazione “Agenda rossa”. Quella del ministro è per lui “una dichiarazione illegale ed eversiva che pretende di istituzionalizzare il controllo del governo sulla televisione”.

Ad attaccare è anche il Pd. Dopo Massimo D´Alema che definisce “del tutto inopportuno” l´intervento di Scajola, arriva la nota ufficiale firmata dal responsabile comunicazione del partito, Paolo Gentiloni: “Il governo non ha alcun potere di istruttoria su singoli programmi della Rai. In quindici anni di vigenza dei contratti di servizio non si è mai visto un intervento del genere. Si tratta di un abuso di potere e di un´invasione delle competenze di Agcom e commissione di Vigilanza ribadite proprio dall´articolo 39 del contratto di servizio”.

Durissimi pure Vincenzo Vita (Pd), componente della commissione di Vigilanza, e Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21; i quali, a proposito degli interventi di Scajola e Romani, dicono: “Si tratta di un vero e proprio atto improprio, di un eccesso di potere e di una campagna di intimidazione”. La Fnsi in una nota sostiene che l´iniziativa del governo è “una manifestazione i arroganza nei confronti del presidente della Vigilanza Zavoli e una replica rabbiosa e scomposta ai cinque milioni e mezzo di cittadini che hanno liberamente scelto il programma”.

Critiche, infine, dall´Udc: “Quello di Scajola è un evidente infortunio istituzionale dovuto all´eccesso di zelo verso il presidente del Consiglio” afferma il segretario Lorenzo Cesa.

Il governo, però, fa fronte compatto. “Insultare il premier equivale a insultare tutti gli italiani” tuona il ministro dell´Istruzione Maria Stella Gelmini. Unica voce dissonante quella del collega di esecutivo, il democristiano Gianfranco Rotondi: “Sarebbe opportuno, per i giornalisti e per la politica, abbassare i toni di uno scontro duro che danneggia innanzitutto la Rai”. Ma il clima non pare proprio essere quello adatto. (repubblica.it)

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