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Libertà di stampa in Italia: nonostante le pressioni del Ppe, il dibattito arriva all´Europarlamento

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Bruxelles, 7 ott 2009 – Arriva tra i banchi del Parlamento Europeo a Bruxelles il dibattito sulla libertà di stampa in Italia. Il tentativo del PPE di cancellarlo dall´ordine del giorno di domani non e´ riuscito. Josefh Daull ha chiesto due voti distinti, il primo sulla cancellazione del dibattito, richiesta respinta con 284 voti e 268 favorevoli, il secondo per evitare la risoluzione al termine del dibattito, anch´essa respinta con 293 a fronte di 286 favorevoli. Daull ha preannunciato che domani in aula ricordera´ le parole del presidente della repubblica Giorgio Napolitano per chiedere che “il Parlamento Europeo non deve essere strumentalizzato a fini nazionali”. Alle parole di Napolitano si sono riferiti tutti gli europarlamentari che hanno avuto un ruolo più attivo in questa vicenda. Con il risultato di trasformare, almeno nelle intenzioni odierne, il caso italiano in un esempio per arrivare alla richiesta di una direttiva europea sul pluralismo dei media in Europa. Richiesta che l´Europarlamento ha presentato da anni ma senza avere mai avuto soddisfazione. Il voto e´ avvenuto all´inizio della minisessione plenaria questo pomeriggio a Bruxelles. Da questa mattina si sono susseguite le diverse conferenze stampa. La prima di Daull, che ha respinto l´idea di un dibattito sul caso Italia pronto invece ad accettarne uno su scala europea, e del capogruppo del PDL Mario Mauro. Il Presidente del PPE non ha lesinato la propria solidarieta´ al Premier Berlusconi ricordando di essere stato lui stesso vittima di vicende giudiziarie dalle quali e´ poi uscito indenne. Nel primo pomeriggio Antonio di Pietro ha parlato di “un problema italiano che e´ anche un problema strutturale perche´ la legge non ha risolto il conflitto d´interessi ne´ la lottizzazione della RAI che invece deve uscire dal controllo dei partiti e del governo”. Anche lui ha chiesto una direttiva sul pluralismo dei media in Europa, insieme al presidente dei liberali, l´ex premier belga Guy Verhofstadt. E questo, ha assicurato, incidera´ anche sul voto che i liberali daranno alla nuova Commissione Barroso: “non dimenticate – ha detto infatti ad un giornalista – che noi abbiamo chiesto un commissario per i diritti umani e le liberta´ personali, ed abbiamo avuto da Barroso una risposta positiva”. Anche l´Alleanza progressista dei socialisti e dei democratici, come ha spiegato il capogruppo del PD Davide Sassoli, “ha sostenuto la richiesta di una direttiva europea chiedendo inoltre la separazione tra chi raccoglie pubblicita´ e chi fa televisione”. Quanto al fatto che da due legislature la Commissione Europea si rifiuta di proporla, il presidente Martin Schulz ha cosi risposto: “il fatto che non siamo riusciti 5 anni fa non vuol dire che non dobbiamo riprendere il dibattito, anche sul conflitto d´interessi”. Il risultato del vota ha fatto parlare Mauro Mauro di “una spaccatura dell´Europarlamento a dimostrazione del fatto che la linea del PPE e´ stata ampiamente condivisa anche al di fuori del proprio schieramento e per sette voti non e´ passata”. Secondo quanto si legge in un comunicato, anche l´UDC ha votato con il PPE mostrando una evidente spaccatura anche delle opposizioni italiane di fronte all´iniziativa del gruppo liberale e del partito di Di Pietro. (affaritaliani.it)

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