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La redazione de La7
quattro domande all´azienda

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Difendere la libertà di stampa non vuol dire solo respingere l´intervento censorio di un´autorità superiore, interna o esterna alle redazioni. Oggi significa soprattutto denunciare i numerosi conflitti d´interesse che affliggono il sistema dell´informazione, di cui quello clamoroso del presidente del consiglio Berlusconi è solo il più manifestamente evidente.  Oggi  quasi  l´intero sistema della comunicazione del paese è proprietà di grandi gruppi industriali, bancari e finanziari, con interessi in tutti i settori vitali del paese. Una situazione che non ha eguali nelle democrazie avanzate dell´occidente e che  soffoca i liberi spazi d´espressione e d´informazione. Da tempo nel settore radiotelevisivo l´allarme ha superato il livello di guardia, a parlare dello squilibrio nella raccolta pubblicitaria, del peso dei partiti e del governo su Rai e Mediaset e della crescente insofferenza della politica verso i giornali fuori dal coro, sono i fatti.  E poi c´è  la7, è la tv del più grande gruppo industriale italiano, ufficialmente “ex” monopolista della telefonia ma, come dimostrano le recenti notizie sull´assetto azionario, ancora totalmente dipendente dalle decisioni della politica e del governo. Lasciamo perdere la lunga e travagliata storia del Terzo Polo Tv e concentriamoci sugli ultimi fatti.
1. Perché Telecom Italia Media con i due “concorrenti” Rai e Mediaset ha scelto di partecipare all´avvio della futura piattaforma tv destinata a contrastare il monopolio (!) di Sky sul satellite?
2. Perché La7 ha subito finora in silenzio la decisione dell´Agcom sulla assegnazione delle frequenze per il digitale terrestre che la penalizzano fortemente?
3. Che cosa ne sarà de la 7 privata dei multiplex e delle frequenze moltiplicate dal Dtt?
4. Perché  la nostra azienda ha tentato di licenziare con una procedura illegittima e immotivata 25 giornalisti, (solo loro su 400 dipendenti), prende i fondi degli ammortizzatori sociali erogati dallo stato con il contratto di solidarietà eppure continua ad assumere e acquistare lavoro giornalistico all´esterno?
Anche così si chiudono gli spazi d´informazione e di pluralismo e per questo ieri e oggi le redazioni di La7 sono in astensione audio video mentre i giornalisti della Tv di Telecom Italia sono costretti alla riduzione di orario e stipendio prevista dal contratto di solidarietà sottoscritto al ministero del lavoro per evitare il licenziamento illegittimo e immotivato di 25 colleghi, Telecom Italia Media – la società editrice – continua ad acquistare quotidianamente servizi e prodotti giornalistici all´esterno. Con i soldi risparmiati tagliando lo stipendio ai suoi giornalisti, e grazie ai fondi pubblici degli ammortizzatori sociali e  dell´ente previdenziale, La7 acquista sul mercato i servizi per il telegiornale e i programmi di approfondimento.
Mercoledì 7 ottobre l´ultimo clamoroso episodio: il settimanale Exit prodotto da magnolia e  dedicato  alla sentenza sul lodo Alfano e alla frana di Messina, è andato in onda in diretta  senza alcun apporto dei giornalisti di la7 e utilizzando addirittura le immagini della testata giornalistica, che al contrario non ha programmato alcuno speciale. si tratta delle prove inoppugnabili che a la7 non ci sono giornalisti in esubero: anzi la riduzione di orario e d´organico ha provocato finora la chiusura della redazione economica, la sospensione del programma “a voi Milano”, il ricorso a lavoro di decine di giornalisti contrattualizzati in modo anomalo e ripetute violazioni del dettato del contratto di solidarietà.
I giornalisti de la 7 chiedono all´azienda di sospendere immediatamente tali comportamenti e di chiarire – alla luce delle insistenti voci di vendita di Telecom Italia Media – quale sia il destino dell´emittente, che ha garantito in questi anni il pluralismo dell´informazione televisiva e la libertà di espressione prevista dall´articolo 21 della costituzione.

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