Cerca
Close this search box.

Libertà di stampa: rivelazioni sulla mafia da Santoro, i giornalisti Sandro Ruotolo e Francesco Viviano interrogati in procura a Palermo

Condividi questo articolo:

Roma, 9 ott 2009 – ´Per quanto riguarda la mia responsabilità di ministro dell´Interno, confermo che nel ´92 nessuno mi parlò di possibili trattative´. Nicola Mancino, oggi vicepresidente del Csm, replica così alle affermazioni fatte anche dal suo predecessore Claudio Martelli nella puntata di Annozero andata in onda ieri sera. Nel programma si è parlato della trattativa segreta tra pezzi dello Stato ed esponenti mafiosi, anche in relazione alle stragi del 1992 e, secondo Martelli, Paolo Borsellino sarebbe stato informato di questa trattativa una ventina di giorni prima di essere ucciso. Quella trattativa c´è stata, ribadisce oggi Michele Santoro, ed è ´continuata anche dopo la strage di via D´Amelio´ aggiunge il conduttore commentando le parole di Mancino.
La puntata di ieri sera ha ottenuto ancora una volta un ottimo risultato di ascolti: è stata vista da 5.844.000 spettatori con uno share del 23,32 per cento. E ha avuto un seguito in Procura a Palermo dove sono stati chiamati Sandro Ruotolo e Franco Viviano per alcuni chiarimenti in merito a quanto è emerso ieri.

Trattativa Stato-mafia, le rivelazioni in tv. Nel corso della puntata di ieri sera Sandro Ruotolo ha riferito quanto raccontato dall´ex ministro della Giustizia, Claudio Martelli, secondo cui anche il giudice Paolo Borsellino sarebbe stato a conoscenza del “dialogo” aperto dall´ex sindaco di Palermo, Vito Ciancimino, che agiva come canale di collegamento tra Cosa nostra e pezzi dello Stato. Una circostanza che aggiunge ulteriori misteri alla vicenda del magistrato ucciso nell´estate del 1992 in via D´Amelio.

Ruotolo e Viviano interrogati a Palermo. Dopo le dichiarazioni fatte ieri sera, il cronista di Annozero Sandro Ruotolo e l´inviato di Repubblica Francesco Viviano sono stati interrogati questa mattina come testimoni in procura, a Palermo, proprio a proposito delle rivelazioni sulla trattativa fra Stato e Cosa Nostra. Ruotolo, ascoltato dal procuratore aggiunto Antonio Ingroia e dal sostituto Nino Di Matteo, ha raccontato come sono andate le cose nel corso della preparazione della puntata, confermando quanto gli è stato riferito personalmente dall´ex ministro della Giustizia, Claudio Martelli e cioè che Paolo Borsellino fu informato da Liliana Ferraro del fatto che i carabinieri cercavano una copertura ´istituzionale´ per un´eventuale trattativa con Cosa nostra attraverso Ciancimino. Ora saranno convocati anche Claudio Martelli e Liliana Ferraro: i due dovranno spiegare perché in questi 17 anni non sono andati in procura a riferire le notizie rivelate ieri sera, e dovranno spiegarlo ai magistrati di Caltanissetta che indagano sulle stragi del ´92, e a quelli di Palermo che cercano di far luce sulla trattativa.

La smentita di Mancino “Desidero far presente – dice l´allora ministro dell´Interno, Nicola Mancino – che intanto si può parlare di una trattativa intavolata con lo Stato in quanto ad autorizzarla abbia dato il suo consenso chi del governo all´epoca aveva la legittima rappresentanza: il Capo del governo, il ministro dell´Interno o il ministro della Difesa. Per quanto mi riguarda, confermo che nel´92 nessuno mi parlò di simili trattative”. “Il riferito incontro, come ricostruito ad Annozero dall´onorevole Claudio Martelli – prosegue Mancino – fra il capitano Giuseppe De Donno e la dottoressa Liliana Ferraro, all´epoca responsabile dell´ufficio del ministero della Giustizia già ricoperto dal giudice Falcone, incontro durante il quale il capitano De Donno rappresentava la disponibilità di Vito Ciancimino a collaborare a fronte di garanzie politiche, si concluse con l´invito rivolto dalla dottoressa Ferraro al capitano De Donno di parlarne al giudice Borsellino, incaricato delle indagini”. Quindi, si chiede Mancino, “è questa una trattativa?”. Da ministro dell´Interno, ricorda Mancino, diedi “immediato e decisivo impulso” a provvedimenti legislativi “adeguati a rafforzare l´azione di contrasto alla mafia” e a potenziare le forze di polizia impegnate contro la mafia. Mancino infine nega, come già fatto in passato, di aver incontrato Paolo Borsellino il 1° luglio 1992, giorno del suo insediamento al Viminale, o in altre, successive occasioni.

La replica di Santoro Le parole di Mancino provocano la replica di Michele Santoro: “La verità è tutta da accertare. Ma sicuramente bastano le deposizioni degli ufficiali che contattarono Vito Ciancimino, l´allora colonnello Mori e il capitano De Donno, per essere certi che la trattativa continuò anche dopo via D´Amelio. Questo, per amore della verità”, ha detto il giornalista all´Ansa. “Data l´importanza dell´argomento – aggiunge Santoro – vorrei semplicemente sottolineare che l´intervento della dottoressa Ferraro precedette la strage di via D´Amelio. Come siano andate effettivamente le cose è tutto da verificare, anche se Massimo Ciancimino ritiene che proprio in quei giorni la trattativa sia entrata nel vivo”. (repubblica.it)

Il network