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Libertà di stampa: Berlusconi, la stampa internazionale sputtana me e l´Italia. Consulta da riformare

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Benevento, 11 ott 2009 – I giornali internazionali sputtanano me e l´Italia, i magistrati sono sleali a partire dalla Consulta, bisogna chiarire i rapporti tra giudici e istituzioni separando le carriere e intervenendo sulle intercettazioni. Silvio Berlusconi, a Benevento per la festa della liberta´, definisce il Gruppo Espresso il vero segretario dei Democratici e lancia un avvertimento: “ne sentirete delle belle” su un certo giudice cui e´ stata affidata una certa causa civile. Il riferimento pare proprio essere al giudicde del caso Fininvest-Mondadori.

LA STAMPA INTERNAZIONALE SPUTTANA ME E IL PAESE

“C´e´ un spirito anti italiano. Ci sono giornali stranieri, imbeccati da certa stampa italiana, che muovono solo accuse assurde, ridicole, che fanno male all´Italia, sputtanando la nostra democrazia e il nostro paese, danneggiando anche i nostri prodotti”.

VOGLIONO UNA NUOVA TANGENTOPOLI, MA C´E´ IL PDL

L´Italia del ´93 e´ diversa dall´Italia di oggi perche´ adesso c´e´ il Popolo delle Liberta´:”Venendo qua e leggendo i giornali – racconta Berlusconi- mi sono chiesto: cosa e´ cambiato rispetto al ´93, quando la Magistratura fece fuori tutti i partiti, e tutti i protagonisti della scena politica furono costretti a lasciare la politica e qualcuno anche l´Italia? Mi sono risposto che oggi e´ diverso. Abbiamo il 68% del consenso degli italiani e c´e´ anche il PdL. Insomma, di diverso e´ che ci siamo noi”.

LA SLEALTA´ DELLA CORTE COSTITUZIONALE ”

La Consulta ha avuto un comportamento che non ho difficolta´ a definire sleale, nei confronti delle istituzioni parlamentari che rappresentano gli italiani. La Corte Costituzionale non e´ un organo di garanzia, ma politico, con 11 giudici di sinistra”.

INTERCETTAZIONI E PRIVACY Le intercettazioni vanno ridotte, sono “una patologia tutta italiana che calpesta la privacy”. “La riservatezza e´ un bene primario di ogni cittadino. Nella liberta´ la riservatezza occupa un posto fondamentale, ma in Italia, questo diritto non e´ tutelato. Posso dire, quasi calpestato. Noi vogliamo che le intercettazioni si facciano solo per i reati piu´ gravi”.

CONTESTATO DAI PRECARI I precari della scuola hanno accolto rumorosamente il presidente del consiglio fuori dal Palatedeschi di Benevento. Nel palasport, invece, si e´ introdotta una signora che lo ha contestato dalla platea. A lei Berlusconi si e´ rivolto sottolineando: “Noi non seguiamo il cattivo esempio di chi dice: fuori da Palazzo Chigi. Noi siamo liberali”.

´Non si può continuare così´, con ´il popolo che non conta niente´ e ´il parlamento che non può legiferare´. (agi)————————————————————————————————————————————————–

È un Silvio Berlusconi durissimo quello che ha chiuso questa mattina a Benevento la festa provinciale del Pdl delineando la strategia che intende mettere in campo per «cambiare le regole che hanno prodotto ciò che è successo questa settimana».

Il riferimento, ovviamente, è alla sentenza della Consulta che ha bocciato il Lodo Alfano e alla pronuncia del Tribunale di Milano che ha condannato Fininvest a pagare 750 milioni a Cir nella nuova tappa della “guerra di Segrate”. Su quest´ultimo punto, poi, il premier si lascia scappare un´allusione dicendo che sul giudice milanese che ha scritto la sentenza di condanna «ne verranno fuori delle belle».

Minacce a parte, nelle parole del premier si delinea l´idea di una “riforma anti-elite”, per «arrivare a una vera democrazia e a un´assoluta libertà», in cui «i cittadini devono avere la sicurezza di eleggere da chi vogliono essere governati e chi governa deve sapere di poterlo fare per un´intera legislatura».

I nemici da battere sono la stampa italiana e straniera, che «sputtana l´Italia con i suoi attacchi al presidente del consiglio», e il partito democratico, rappresentato «dai soliti comunisti di sempre, che pensano che il popolo sia un bue narcotizzato dalle televisioni e che il governo debba essere portato avanti dalle elite». Il trait d´union fra stampa e opposizione è Carlo De Benedetti, editore di Repubblica ed Espresso e definito da Berlusconi «leader outsider» del Partito Democratico, impegnato in una «character assassination», cioè una distruzione dell´immagine del premier attraverso giornali e sentenze. L´obiettivo finale è quello di «tornare alla situazione inaccettabile di tanti anni fa», cioè del ´94 quando il governo cadde anche per le conseguenze di un avviso di garanzia recapitato dalla Procura di Milano.

Per contrastare il «complotto», Berlusconi annuncia la via delle riforme, a partire ovviamente dal terreno minato della giustizia. Sulla Corte costituzionale «non si può andare avanti così», spiega il premier, perché «non è possibile far lavorare il parlamento per molti mesi e poi intervenire con questa decisione (la bocciatura del Lodo Alfano, ndr) negando se stessi». Sul tema, per il momento, Berlusconi non annuncia le possibili contromisure, che invece sono già definite per quel che riguarda la riforma della giustizia penale: «È pronta – sottolinea il premier – ed è indispensabile perché separa le carriere di Pm e giudici».

Le parole del premier certificano l´atteso cambiamento nell´agenda parlamentare che, come ha ricordato il presidente della commissione Giustizia al Senato Filippo Berselli (Pdl) in un´intervista al Sole 24 Ore del 9 ottobre, per ora mette la riforma del processo penale in secondo piano rispetto a quella delle intercettazioni e dell´ordinamento forense. I due disegni di legge, ha ricordato Berselli, «sono in fase avanzatissima, non possono essere fermati adesso, e non possiamo nemmeno portare avanti tutto insieme». Una strategia alternativa potrebbe passare dall´anticipazione per decreto legge di alcuni capitoli della riforma: una strada , quest´ultima, ricca di insidie, come mostra la riflessione di Giuseppe Consolo, parlamentare del Pdl e vice presidente della giunta per le Autorizzazioni: «La separazione delle carriere va fatta – spiega Consolo commentando l´annuncio di Berlusconi -, ma con legge costituzionale: Lodo Alfano docet». Resta da vedere se, oltre alla separazione delle carriere, il governo ha intenzione di intervenire anche con un´ulteriore correzione al ribasso dei tempi della prescrizione di alcuni reati, come ventilato nei giorni scorsi, o con la reintroduzione dell´immunità parlamentare. Su quest´ultimo tema è intervenuto ieri anche il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta, ricordando che «l´immunità era stata prevista dai padri costituenti».

C´è anche il fisco, però, nell´agenda del governo tracciata questa mattina dal premier: «Con i proventi della lotta all´evasione fiscale – spiega Berlusconi – introdurremo il quoziente famigliare», cioè il sistema che abbatte le imposte per i nuclei famigliari più numerosi. (ilsole24ore.com)

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