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Cronaca: Roma, Di Pietro (Idv) e il direttore di "Libero" Belpietro indagati per vilipendio al capo dello Stato. La solidarietà della Fnsi al giornalista

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Roma, 13 ott 2009 – Il leader dell´Italia del Valori, il senatore Antonio di Pietro, e il direttore di Libero, Maurizio Belpietro, sono indagati dalla procura di Roma per l´ipotesi di reato di offese al prestigio al Capo dello Stato. Per Di Pietro l´ipotesi di reato riguarda la frase pronunciata dal leader dell´Idv nei confronti del presidente della Repubblica quando promulgò il 3 ottobre scorso la legge sullo scudo fiscale. «Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano – disse Di Pietro – affermando che non poteva non firmare la legge criminale sullo scudo fiscale, ha compiuto un atto di viltà ed abdicazione».
Per Belpietro si fa riferimento a un suo articolo di fondo con riferimento al viaggio in Giappone del Capo dello Stato quando in Afghanistan cadevano sei parà della Folgore. L´articolo, intitolato “La dignità dello Stato non vale un fusilotto”, si sosteneva che fu fatto ritardare il rimpatrio delle salme dei sei parà uccisi a Kabul il 17 settembre scorso per consentire il prosieguo della visita di Napolitano in Giappone. La procura ha valutato in particolare le frasi dell´articolo che facevano riferimento ad un pranzo consumato da Napolitano «che invece di prendere l´aereo a tornare a Roma è andato ad un pranzo a consumare i fusillotti a lenta lavorazione all´Armani tower».

La procura ha chiesto l´autorizzazione a procedere al ministro della Giustizia Angelino Alfano il cui parere sarà vincolante. Si tratta di una prerogativa che riguarda anche il Papa: nel settembre dello scorso anno il ministro Alfano non concesse l´autorizzazione a procedere alla procura capitolina che aveva indagato Sabina Guzzanti per le frasi pronunciate, durante la manifestazione di Piazza Navona a Roma, nei confronti del Benedetto XVI.

Il commento di Antonio Di Pietro. «Il ministro Guardasigilli Alfano autorizzi il procedimento penale nei miei confronti perchè intendo sapere quali sono i limiti, come parlamentare e come cittadino, della mia libertà di critica nei confronti del presidente della Repubblica» ha commentato Antonio Di Pietro. «Non so – ha aggiunto il leader dell´Idv – che cosa deciderà il ministro guardasigilli, ma se negherà l´autorizzazione a procedere nei miei confronti, dovrà spiegarne le ragioni. Questa iniziativa della procura della Repubblica permetterà finalmente di chiarire fino a che punto un cittadino italiano e rappresentante del popolo possa criticare un provvedimento quando questo è oggettivamente criticabile come è accaduto per lo scudo fiscale». Come parlamentare dell´opposizione Di Pietro ha «rivendicato il diritto di un parlamentare dell´opposizione a contrastare in ogni modo un provvedimento ritenuto incostituzionale». «Oggetto della mia critica – ha concluso Di Pietro – non è stato tanto il capo dello Stato per la firma che ha apposto allo scudo fiscale, quanto la giustificazione che ha addotto di fronte alla richiesta di non promulgare quel provvedimento. Il presidente della Repubblica si è posto così in una condizione oggettiva di critica per non aver esercitato un suo diritto dovere».

Il commento della Fnsi. «Non è condivisibile che la magistratura metta sotto indagine i giornalisti per il loro modo di raccontare la realtà, per quanto sgradevole possa risultare il loro punto di vista» commenta la Federazione nazionale della stampa italiana. «L´articolo di fondo che il direttore di Libero, Maurizio Belpietro, ha dedicato alla visita del Presidente della Repubblica in Giappone – sottolinea la Fnsi in una nota – ha suscitato polemiche e indignazione. Ma è fuori luogo il ricorso ad una strumentazione giuridica visibilmente anacronistica, che si configura come un impedimento all´esercizio del diritto di critica. Se nella vicenda in questione Maurizio Belpietro ha violato canoni di correttezza deontologica, altri dovranno eventualmente occuparsene. Ma siamo convinti che il rispetto dovuto al Presidente Napolitano, indiscutibile garante delle nostre istituzioni democratiche – conclude il sindacato dei giornalisti – non abbia bisogno di essere sostenuto da iniziative di stampo illiberale». (ilmessaggero)

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