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Libertà di stampa: il "Wasghington Post" su Berlusconi, ma perché gli italiani continuano a votarlo?

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Londra 13 ott 2009 – Dopo la copertina che gli ha dedicato ieri Newsweek, uno dei due maggiori settimanali politici americani, con l´esplicito titolo di ´Dump Berlusconi´ (Scaricate Berlusconi), stamani anche il Washington Post, il quotidiano che indagò sullo scandalo Watergate e portò il presidente Nixon alle dimissioni, concentra l´attenzione sul primo ministro italiano, con un lungo articolo di Anne Applebaum, columnist di affari internazionali. Silvio Berlusconi, scrive la commentatrice, “è stato accusato di evasione fiscale, corruzione e soppressione della stampa, sua moglie lo ha lasciato sostenendo che va con prostitute e fa orge nella sua villa in Sardegna, lui racconta barzellette imbarazzanti (e continua a ripeterle – come quella sulla ´abbronzatura´ di Obama), è in guerra con la magistratura italiana, con quasi tutti i giornalisti che non lavorano per lui e con la Chiesa cattolica, e in più ora la Corte Costituzionale gli ha tolto l´immunità per cui possiamo aspettarci una nuova serie di processi e scandali che lo riguardano. Eppure l´aspetto più interessante del primo ministro italiano è questo: gli italiani continuano a votarlo. Perché?”
Sembrano esserci varie risposte, osserva la giornalista del Post. Una è che, dopo che Tangentopoli spazzò via una generazione di leader politici, “Berlusconi riempì il vuoto che si era creato”. Col senno di poi, si capisce che lo fece anche per “mettere fine alla purga giudiziaria”, avendo lui stesso fatto carriera con il vecchio sistema. “Ma in un paese che cambiava un governo all´anno lui era un personaggio familiare, in grado di rappresentare un tipo di stabilità, e di fronte a un centro-sinistra disorganizzato e un centro-destra paralizzato, un sacco di gente ha preferito il diavolo che conoscono” al rischio dell´ignoto.

Un´altra ragione del motivo per cui gli italiani continuano a votarlo, afferma la Applebaum, è che Berlusconi “ha uno strumento che altri non hanno: la televisione”, i tre canali di sua proprietà e quelli di stato che controlla politicamente come capo del governo. “Ci sono giornali, riviste e programmi televisivi che lo criticano”, scrive la columnist del quotidiano americano, “ma non raggiungono lo stesso numero di persone (dei canali tivù). Come il suo amico Putin in Russia, Berlusconi non cerca di influenzare tutti i media, ma solo quelli che raggiungono la maggior parte della gente. Ciò può non determinare il risultato delle elezioni, ma di sicuro aiuta, e ha anche fatto dell´Italia il paese con il più ampio movimento che si batte per la libertà di stampa, al di fuori dell´ex-Unione Sovietica”.

Ma nemmeno il dominio sulla tivù basta a spiegare il fenomeno Berlusconi, conclude il Washington Post. C´è pure qualcos´altro, e questo qualcos´altro è che Berlusconi si offre come “specchio degli italiani”: di coloro che sono o aspirano ad essere “nuovi ricchi e senza timore di mostrarsi tali”, che amano le donne e il calcio (“lui è proprietario del Milan”), fedeli agli amici “al punto di proteggerli dalla legge” e che sanno come divertirsi alle feste. “Una versione caricaturale della vita italiana ideale”, scrive la Applebaum. “Con Berlusconi come premier, inoltre, non hai bisogno di prenderti troppo sul serio. Non devi preoccuparti di conoscere la geopolitica o le condizioni del pianeta o la povertà o gli stati fallimentari. Puoi startene a casa, restare poco serio e discutere degli ultimi scandali. Anche questo fa parte del fascino del primo ministro”.

Vari giornali stranieri riportano, a proposito di influenza sui media, l´ultima iniziativa annunciata da Berlusconi: “Una task force di propaganda per far cambiare idea alla stampa straniera”, colpevole di criticare il premier e l´Italia, secondo quanto lui stesso ha detto l´altro giorno. Il Guardian e l´Independent a Londra, il Telegraph a Belfast, La Vanguardia in Spagna, tutti riportano la campagna annunciata in tal senso dal governo per “bombardare le redazioni” dei giornali stranieri “con notizie positive sull´Italia”.

Un altro quotidiano spagnolo, El Mundo, riporta poi il progetto per rispondere all´abolizione dell´immunità sancita dalla Corte Costituzionale: “Berlusconi non si rassegna a essere processato”, titola il giornale, “il primo ministro italiano mette al lavoro la sua squadra di avvocati per far passare nuove riforme legislative che impediscano che il Cavaliere sia processato”. (repubblica)

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