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Primarie Pd: Bersani è il nuovo segretario con oltre il 50% delle preferenze, in 3 milioni al voto

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Roma, 26 ott 2009 – Non c´e´ stato da attendere tutta la nottata per conoscere l´esito dello scrutinio delle primarie del Pd che hanno eletto il nuovo leader. Intorno alle 23 e´ stato Dario Franceschini, segretario uscente, a presentarsi nella sala stampa della sede del partito in Largo del Nazareno per dare l´annuncio che Pierluigi Bersani era saldamente in testa.
Un gesto conciliante e di stile politico quello di Franceschini, che sottolinea innanzitutto ´´la straordinaria partecipazione´´ alle primarie che ha sfiorato i tre milioni di cittadini. Poi aggiunge: ´´I dati usciranno piu´ tardi e non saranno geograficamente omogenei, ma emerge con chiarezza che Bersani e´ il nuovo segretario. Gliene do atto. Gli ho gia´ telefonato. La scelta e´ stata quella dei nostri elettori´´. Nel ringraziare il Pd per aver collaborato alla sua gestione, Franceschini si e´ messo subito a disposizione del nuovo segretario. Bersani, dopo aver rivolto parole di stima nei confronti di Franceschini e Ignazio Mario (´´lavoreremo insieme per il nostro partito´´), fa un primo discorso d´investitura: ´´Voglio cominciare con l´orgoglio per quanto successo oggi.

Tre milioni di persone sono una grande prova di democrazia.

E´ una vittoria di tutti. E nella vittoria di tutti c´e´ la mia vittoria´´.

Il nuovo segretario conferma le correzioni che intende introdurre nella vita del partito: ´´Faro´ il leader del Pd, ma lo faro´ a modo mio. Sara´ un partito senza padroni, non di un uomo solo, ma un collettivo di protagonisti. Il Pd e´ un grande partito popolare e questa sara´ la chiave del mio lavoro. Per prima cosa incontrero´ un gruppo di artigiani a Prato perche´ bisogna rompere il muro tra politica e lavoratori´´.

Bersani accenna subito a un cambiamento di linguaggio che allude a novita´ politiche: ´´Preferisco che il Pd si definisca un partito dell´alternativa piuttosto che dell´opposizione, perche´ l´alternativa comprende anche l´opposizione ma non sempre e´ vero il contrario. Stare in un angolo a urlare non porta a nulla´´.

Per quanto riguarda le percentuali ricevute dai tre candidati alle primarie, suscettibili di poche variazioni nel computo definitivo delle schede, Bersani e´ primo con il 53%, Franceschini e Marino si sono fermati rispettivamente al 34,1% e al 13,8. C´e´ quindi la conferma del risultato del Congresso che ha coinvolto 450 mila iscritti (Bersani 55,1%, Franceschini 36,9%, Marino 7,9%). Quello che Bersani e Franceschini hanno perso nelle primarie e´ stato recuperato da Marino.

Non c´e´ stato dunque il tanto temuto ribaltamento del risultato ottenuto tra gli iscritti che avrebbe creato un doppio voto di difficile gestione e non e´ stato necessario tornare all´Assemblea congressuale per l´elezione del segretario, ipotesi che secondo lo statuto del partito si rende necessaria qualora nessuno dei candidati superi il 50% nelle primarie. Bersani ribadisce a questo proposito quello che aveva detto alla vigilia delle primarie: ´´Gli iscritti e gli elettori non sono due razze diverse´´. Dello stesso parere e´ Massimo D´Alema: ´´C´e´ stata una scelta chiara che dimostra che gli iscritti al Pd non sono marziani´´. Chi invece ha sostenuto Franceschini, come l´onorevole Roberto Giochetti, sottolinea che il successo delle primarie indica che ´´questo metodo di elezione del leader non e´ piu´ modificabile´´. E´ l´unica stoccata polemica verso Bersani che aveva manifestato qualche perplessita´ verso primarie che nel caso di elezione del segretario del partito possono capovolgere il risultato indicato dagli iscritti. Anche Marino tende la mano a Bersani: ´´Avra´ la forza per lavorare ad allontanare questa destra che sta lasciando dietro di se´ solo rovine´´. E aggiunge: ´´Sono soddisfatto per i risultati della mia mozione. Vuol dire che i temi dell´ambiente e dell´energia, la lotta al precariato, la diminuzione delle tasse per chi vive di lavoro dipendente o pensione e i diritti per tutti diventano temi che entrano di forza nel dna del Pd´´.

Con Bersani potrebbe prendere forma un Pd piu´ radicato sul territorio, impegnato nella politica delle alleanze piuttosto che nel ribadire la ´´vocazione maggioritaria´´ che piaceva a Walter Veltroni e Franceschini in un disegno sostanzialmente bipartitico del sistema politico, ma anche un partito piu´ sensibile ai problemi del mondo del lavoro e piu´ collocato a sinistra. La prima sfida per Bersani e´ la scadenza delle elezioni regionali in calendario nel marzo 2010.

Non e´ escluso che le correzioni che il nuovo segretario del Pd ha intenzione di introdurre nel partito non provochino separazioni individuali o di gruppo. Per ora, l´unico divorzio annunciato e´ quello di Francesco Rutelli, ex presidente della Margherita e tra i fondatori del Pd. (asca)

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