Roma, 27 ott 2009 – ´La vera anomalia italiana non è Berlusconi ma sono i pm comunisti´. Il presidente del Consiglio interviene a sorpresa al telefono a Ballarò, su RaiTre, nel giorno della conferma, da parte della Corte d´Appello di Milano, della condanna per l´avvocato David Mills (´Testimoniò il falso pagato da Berlusconi´). Il premier ribadisce alcune delle sue convinzioni più longeve, dai magistrati ´che nel paese sono la vera opposizione´ alla ´prevalenza di giornalisti e programmi di sinistra´ e dunque di “programmi disdicevoli” in tv. Ma tocca anche l´attualità, dalla vicenda Marrazzo al conflitto con Tremonti, (“Chiarito ogni equivoco – dice – si prosegue con la politica del rigore”), dall´abolizione dell´Irap alle primarie del Pd (“E´ tornato il Pci”). In studio, ospiti di Giovanni Floris, il ministro della Giustizia Angelino Alfano, il titolare della Difesa Ignazio La Russa, Pier Ferdinando Casini, Rosy Bindi, il direttore dell´Unità Concita de Gregorio.
“Dalla sinistra il festival delle falsità”. Vuole replicare agli interventi di Rosy Bindi e di Casini, che fino a quel momento hanno parlato del suo viaggio in Russia (e del consiglio dei ministri saltato), del caso Marrazzo (e delle possibili analogie con le vicende delle escort che il premier ha frequentato), della giustizia (e del caso Mills). per questo Berlusconi chiama Ballarò. E pure perché costretto al letto: “Sto vedendo il programma solo perché sto male – precisa – normalmente io a quest´ora lavoro”. Poi comincia: “Ho assistito agli interventi degli esponenti della sinistra, in particolare su Mills ho visto il festival delle falsità e della calunnia”. Ciò è stato possibile perché “la tv pubblica italiana ha una prevalenza assoluta di giornalisti di sinistra e di programmi di sinistra, una situazione unica in tutto il mondo occidentale”. Al conduttore Floris viene naturale ribattere: “Mi domando quale sia il ruolo dei suoi ministri, visto che sono qui e avrebbero potuto replicare…”.
“Giudici e pm comunisti”. Quanto alla conferma della condanna per Mills, Berlusconi insiste: “Non sono io l´anomalia italiana. Sono i giudici comunisti e i pm comunisti, 109 magistrati che si sono interessati di me, che da quando Berlusconi è entrato in politica hanno deciso di aggredirlo con innumerevoli iniziative”. Poi si chiede: “Ma davvero Silvio Berlusconi era l´imprenditore più criminale della storia del mondo?”.
Un altro scontro con Rosy Bindi. Come a “Porta a porta”, è stata Rosy Bindi a dare la risposta più pepata al premier: “Nessun politico al mondo ha la possibilità di intervenire quando e come vuole in una trasmissione pubblica per fare affermazioni che non sono convincenti”. Floris, ha difeso il diritto del premier a intervenire e se ne è assunto la responsabilità, visto che la tv pubblica è “libera”, ha rivendicato, perchè pagata da tutti i cittadini. Ma la Bindi ha continuato ad incalzare il premier in un concitato confronto sui temi della giustizia: “Lei ha un solo modo per dimostrare la legalità che continua ad affermare: sottoporsi come qualunque cittadino al giudizio della magistratura”. Interrotta dalle proteste di Berlusconi, Bindi ha aggiunto che “nessuno contesta il consenso che il premier ha avuto dagli italiani nè il fatto che questi abbia legittimamente governato.
Ma il consenso popolare da lui ottenuto non lo solleva – ha concluso Bindi – dal dover sottoporsi al rispetto della legge, della Costituzione e del giudizio della magistratura”.
Caso Marrazzo, “l´ho lasciato libero di scegliere”. Berlusconi coglie l´occasione per parlare della vicenda dell´ex presidente della Regione Lazio e del ruolo che il premier avrebbe svolto nell´informare l´ex governatore dell´esistenza di un video compromettente su di lui. “L´ho informato ma non gli ho dato alcun consiglio – spiega – l´ho lasciato libero di scegliere se chiamare i numeri telefonici che gli ho fornito o di fare una denuncia”. Berlusconi ha detto di aver saputo da sua figlia (Marina, presidente dei Mondadori, ndr) dei filmati che riguardavano Marrazzo “quando la Mondadori aveva già rifiutati di comprarli, perché la Mondadori non è né Repubblica né l´Espresso”. Sul punto è intervenuta Concita De Gregorio: “E allora, perchè non ha fatto lo stesso per il caso Boffo, quando disse che non poteva controllare Il Giornale, la cui proprietà è della Mondadori?”. “Sono due cose totalmente diverse – ha risposto il premier – nel caso Boffo non sono intervenuto in alcun modo, anche perchè si trattava di un direttore molto vicino a una personalità che mi è molto cara in Vaticano (il cardinale Camillo Ruini, ndr)”.
Crisi, Irap e fiducia. Quanto alla situazione economica italiana, Berlusconi ha ribadito di non aver mai sottovalutato la crisi ma di aver voluto “infondere fiducia e ottimismo, perché anche l´aspetto psicologico è importante”. Per quel che riguarda la discussa ipotesi di abolizione dell´Irap, si farà perché “è nel programma di governo” dice il presidente del Consiglio, “ma non si possono fissare dei tempi perché dipende dall´andamento della crisi”. Si opererà, ha aggiunto, “entro i tempi possibili, e questo dipende da come si evolverà la crisi, e nessuno al mondo lo sa”. (repubblica)