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Pari opportunità: rapporto World Economic Forum, l´Italia scende dal 67mo al 72mo posto

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Milano, 27 ott 2009 – Al di là delle classifiche, che hanno una valenza indicativa, sono i numeri che fanno effetto, anche se fotografano una situazione nota. È il caso del rapporto 2009 sulle pari opportunità tra uomini e donne («gender gap») stilato dal World Economic Forum, dove l´Italia scende dalla 67esima al 72esima posizione. Pesa «la persistenza di indici negativi sulla partecipazione delle donne alla vita economica», in primis la disparità di salari e redditi rispetto agli uomini. L´Italia è superata anche da Vietnam, Romania e Paraguay, precede di poco la Tanzania, è terzultima in Europa (il rapporto in pdf, in inglese).
PAESI SCANDINAVI – La classifica stilata dal Wef, istituzione che organizza il forum di Davos, copre il 93% della popolazione mondiale, assegnando ai Paesi scandinavi il podio delle pari opportunità. Al primo posto si piazza l´Islanda (quarta nel 2008), davanti a Finlandia, Norvegia e Svezia. Seguono Nuova Zelanda, Sudafrica, Danimarca e Irlanda. Sorprendente il Lesotho al decimo posto (dal 16esimo), davanti a tutti i big europei: la Germania è 12esima, il Regno Unito 15esimo (entrambi in leggero calo), la Spagna 17esima e la Francia 18esima. Agli ultimi posti nel Vecchio Continente Repubblica Ceca (74esima) e Grecia (86esima). Il rapporto assegna poi il 31esimo posto gli Usa, in discesa di 3 posizioni e il 75esimo al Giappone.

REDDITO E PARTECIPAZIONE – A spingere l´Italia nella retroguardia è soprattutto l´indice su «partecipazione e opportunità nell´economia» (96esimo posto), a causa delle disuguaglianze rispetto agli uomini nei salari (116esimo posto), nel reddito da lavoro (91esimo) e nella partecipazione alla forza lavoro (88esimo). Solo il 52% delle donne fanno parte della popolazione attiva contro il 75% degli uomini e il reddito medio delle donne è la metà rispetto agli uomini, 19.168 dollari l´anno contro 38.878. Vanno molto meglio le aree di «potere politico» (45esimo, grazie alle donne che siedono in Parlamento e al governo) e «scuola e istruzione» (46esimo posto), meno bene di quanto ci si potrebbe aspettare il settore «salute e attesa di vita» (88esimo posto). Tra gli altri dati evidenziati la differenza nella disoccupazione tra donne (7,87%) e uomini (4,88%). Rispetto al 2006, anno del primo rapporto, il voto all´Italia è solo marginalmente migliorato: laddove 1 rappresenta la parità, la Penisola è passata dallo 0,646% allo 0,68%, mentre l´Islanda e i principali Paesi nordici veleggiano sullo 0,82%. All´estremo opposto Pakistan, Chad e, ultimo, lo Yemen (0,46%). (corrieredellasera)

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