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Libertà di stampa: Canale 5, in Russia rischiano il bavaglio le ultime due televisioni indipendenti Ren Tv e Piati Canali

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Mosca, 28 ott 2009 – In Russia rimangono solo due televisioni indipendenti: Ren Tv di Mosca e Piati Canali (Canale 5) di San Pietroburgo. Ora per le due reti, ritenute moderatamente critiche verso il potere e aperte verso l´opposizione, si fa avanti il rischio del bavaglio. O, pensando ai tempi di Stalin, di purga. Il pretesto sono una riorganizzazione manageriale della prima e il taglio di 1300 dipendenti della seconda, ma dietro a quetse mosse ´d´immagine´ in molti temono che si celi un vero e proprio cambio di rotta.
I giornalisti di Canale 5 hanno già inviato una lettera aperta al presidente Medvedev e al premier Putin, oltre che ai presidenti delle due camere e alla governatrice di San Pietroburgo, denunciando il pericolo della chiusura dell´emittente e annunciando proteste in caso di tagli. A ribadire l´allarme è stato anche Alexiei Samokhvalov, direttore del centro nazionale di ricerca su radio e tv ed esperto del Consiglio d´Europa, in una conferenza stampa a Mosca. ´Penso che la ristrutturazione di questi canali possa danneggiare il livello creativo e informativo della tv russa, smantellando interi collettivi di lavoro´ ha spiegato, invitando i dirigenti della televisione in lingua inglese, vicina al Cremlino, a non confezionare i notiziari per Ren Tv, come ipotizzato dal quotidiano Kommersant. Altro indizio è il rumor che vuole che gli studi dell´emittente siano trasferiti dove già lavorano Russia Today e l´agenzia governativa Ria Novosti. Ufficiale invece l´arrivo di un nuovo direttore generale, Mikhail Kontserev.

Le due emittenti a rischio di ´estinzione´ sono controllate dal National Media Group, di proprietà del magnate Iuri Kovalciuk, amico e sostenitore di Putin e proprietario della Banca Rossia di San Pietroburgo. I due canali non sono sicuramente schierati, ma ad ogni modo danno spazio all´opposizione e parlano di eventi “scomodi” per il potere: comportamenti che al momento in Russia spesso e volentieri non premiano. Fra gli “scoop” le marce anti-Putin di Garry Kasparov, le violenze della polizia, i retroscena dell´incidente alla maxi centrale idroelettrica in Siberia. Ma anche l´abbandono di tre partiti dopo i brogli delle ultime elezioni. Nei palinsesti compaiono inoltre talk show e programmi di analisi, che in passato hanno portato molti giornalisti delle due reti ad essere insigniti del Tefi, il massimo premio russo per il giornalismo televisivo.

Il bavaglio risulterebbe in realtà ridicolo, o almeno una inutile prova di forza del regime, visto che lo share è del 4,6% per Ren Tv e dell´1,8% per Canale 5. Una storia che ricorda dunque quella della Ntv della Gazprom, televisione che tuttavia aveva ascolti estremamente maggiori. (cnrmedia.com)

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