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L´Authority per le Comunicazioni
invade il campo dell´Ordine

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Una vera e propria invasione di campo, della quale non capiamo le ragioni. L´Autorità garante delle comunicazioni ha inserito nel nuovo contratto di servizio della Rai alcune linee guida sulla deontologia della professione giornalistica. Non ci risulta che l´authority abbia competenza in materia, eppure circola un testo che afferma : “La Rai è soggetta ad un concetto di pluralismo più stringente, in considerazione di particolari obblighi connessi alla prestazione di un pubblico servizio sostenuto da risorse pubbliche e del vasto numero di soggetti raggiunti dalle sue trasmissioni.  Ciò esige un´applicazione attenta della deontologia professionale del giornalista che deve coniugare il principio di libertà con quello di responsabilità”.
E chi giudicherebbe se questa norma, che fin qui la stragrande maggioranza dei giornalisti Rai ha sempre rispettato, è stata correttamente applicata? A quali principi ispiratori della professione, se non alla legge istitutiva dell´Ordine e alla Carta dei Doveri del Giornalista, dovrebbero rifarsi i colleghi della Rai? Oppure nell´informazione del servizio pubblico vigono regole tutt´affatto diverse da quelle che sono alla base della professione? A meno che, questa invasione di campo faccia parte di un disegno più ampio che tende a mettere sotto tutela l´informazione del servizio pubblico, asservendola direttamente al governo e sottraendola ai suoi “giudici naturali” che sono i cittadini e le istituzioni della categoria. Ci aspettiamo che i vertici dell´Ordine Nazionale facciano sentire la loro voce a tutela dell´autonomia dei colleghi della Rai, sempre più al centro di un tentativo di espropriazione che, questo sì, metterebbe a rischio il pluralismo e la completezza dell´informazione.

Carlo Verna, segretario Usigrai

Vania De Luca, presidente Ucsi Lazio
Paolo Butturini, segretario Asr

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