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Libertà di stampa: Filippine, salito a 46 il numero delle vittime. Almeno 17 i giornalisti trucidati

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Manila, 24 nov 2009 – Raccapriccianti resoconti arrivano dall´isola di Mindanao, nel sud delle Filippine, teatro ieri della strage piu´ sanguinosa nella storia del Paese. Mentre il bilancio dei cadaveri recuperati sale di ora in ora – il conteggio ufficiale e´ arrivato a 46 – emergono i dettagli del massacro. Le donne, che facevano parte del convoglio di circa 50 persone attaccato ieri, sono state ´´stuprate prima di essere uccise´´, riferisce l´emittente GmaNews. I cadaveri, alcuni trovati in fosse comuni, appaiono crivellati dai colpi di arma da fuoco. Nelle prime immagini pubblicate dai media locali, si intravedono i morti ancora adagiati nelle auto del convoglio. Nella strage avrebbero persola vita almeno 36 giornalisti, si tratterebbe dell´episodio piu´ grave nella storia del Paese ed internazionale. Al massacro sarebbero infatti sopravvissuti solo in quattro: ora sono ´´al sicuro´´, ha detto il vicesindaco della citta´ di Buluan, Esmael ´´Toto´´ Mangudadatu, che ha perso la moglie nella strage. Ieri, l´esponente politico in corsa per il posto di governatore provinciale di Maguindanao, aveva rivelato di essere stato informato del rischio di mettere piede nel territorio controllato dai supporter del rivale Datu Andal Ampatuan, governatore uscente, indicati da piu´ parti come i responsabili della strage. Per questo, Mangudadatu aveva deciso di inviare la moglie a Shariff Aguak, capitale della provincia e feudo degli uomini di Ampatuan, per presentare la documentazione necessaria per la candidatura. La donna era accompagnata da giornalisti e operatori tv, nella speranza che cio´ avrebbe dissuaso eventuali minacce. Non foss´altro perche´, fanno notare fonti vicine
all´uomo politico, il Corano vieta la violenza sulle donne. E Mindanao e´ la regione del Paese dove si registra la maggiore presenza di musulmani e dove e´ forte il conflitto tra l´esercito e le formazioni radicali islamiche. Intanto, il presidente filippino Gloria Arroyo ha decretato
oggi lo stato di emergenza in una parte del sud dell´arcipelago. La misura riguarda la provincia di Maguindanao ed altre due zone adiacenti, per un totale di oltre un milione e mezzo di abitanti. Arroyo ha ordinato a polizia ed esercito di dare la caccia ai responsabili della strage. (ansa)——————————————————————————-Massacro nelle Filippine, 46 morti
Proclamato stato d´emergenza———————E´ salito a 46 il numero dei morti nel massacro avvenuto ieri sull´isola di Mindanao, nel sud delle Filippine, dove un centinaio di uomini armati ha sequestrato e ucciso politici e giornalisti. L´esercito di Manila ha annunciato di aver trovato recuperato altri cadaveri di ostaggi uccisi e interrati nella zona del villaggio di Salman ad Ampatuan, nella provincia di Maguindanao, teatro della strage. ´I nostri esperti sul posto hanno recuperato 46 cadaveri in totale, 28 dei quali sono stati già riconosciuti dalle famiglie´ ha detto Willie Dangane, il funzionario di polizia che supervisiona le operazioni sul posto. Il presidente, Gloria Macapagal Arroyo, ha decretato intanto lo stato l´emergenza a tempo indeterminato nelle province meridionali di Maguindanao, Sultan Kudarat e Cotabato City. Lo stato d´emergenza riguarda circa un milione e mezzo di persone. Nelle aree sono stati schierati migliaia di soldati. ´Sarà fatto ogni sforzo per assicurare alla giustizia i responsabili e punirli con il massimo rigore´, ha promesso la Arroyo in un discorso tv.

Una fossa comune con 17 cadaveri crivellati di proiettili e seppelliti frettolosamente è stata scoperta su una collina nella provincia di Maguindanao e altri sette corpi sono stati rinvenuti nelle vicinanze. Tra questi 14 donne, 17 giornalisti e rappresentanti di organizzazioni per i diritti umani. Le autorità non escludono di trovare altre vittime del massacro per il quale si sospettano i miliziani del governatore provinciale, Andal Ampatuan, storico rivale del clan dei Mangudadatu.

Ci sarebbero anche quattro superstiti, tenuti “al sicuro” dal candidato al governatorato Esmael Mangudadatu, la moglie del quale figura tra le vittime. I quattro erano a bordo del primo mezzo del convoglio attaccato da un centinaio di uomini armati, e quando hanno visto che gli altri veicoli venivano fermati, hanno proseguito.

Le autorità filippine hanno promesso che ci saranno degli arresti per quello che è il più sanguinoso massacro elettorale nella storia del Paese. Gli uomini armati hanno teso un´imboscata in una regione tristemente famosa per le faide tra clan. La polizia ha spiegato che il convoglio composto da una quarantina di persone, tra familiari, sostenitori politici e giornalisti, al momento dell´agguato stava accompagnando Esmael Mangudadatu, vice sindaco di Buluan, a registrare la candidatura a governatore provinciale. Le violenze sembrano essere legate alle rivalità politiche tra il clan dei Mangudadatu e quello degli Ampatuan, due famiglie musulmane rivali da generazioni. (repubblica.it)

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