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Intercettazioni: fuga di notizie Unipol, indagini su presunto ´regalo´ a Berlusconi

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Roma, 9 dic 2009 – Una presunta vicenda di ricatti legata alla fuga di notizie relativa alla telefonata del luglio 2005 tra l´ex segretario Ds Piero Fassino e l´allora ad di Unipol, Giovanni Consorte, sarebbe al centro di una nuova inchiesta della Procura di Milano che ha coinvolto Roberto Raffaelli, manager di Research Control System (Rcs), la società che ha messo a disposizione le attrezzature per effettuare intercettazioni negli uffici giudiziari sparsi in tutta Italia. Da quanto è filtrato, l´indagine, su cui c´è il più stretto riserbo, è stata avviata in seguito a una denuncia nella quale si parla di un imprenditore milanese, tale Favata, che, a causa di una promessa non mantenuta, avrebbe tentato di “vendere” ad alcuni quotidiani la notizia di un presunto «regalo» – come riporta oggi l´Unità – fatto da Raffaelli a Silvio Berlusconi a Natale del 2005: la copia in anteprima del file della conversazione (che non era ancora stata trascritta e si trovava registrata su un cd chiuso nella cassaforte di inquirenti ed investigatori) in cui l´allora segretario dei Ds, in pieno tentativo di scalata a Bnl, chiedeva a Consorte: «Allora, questo vuol dire che abbiamo una banca?».Questa telefonata, tra l´altro, venne pubblicata sul “Giornale” il 31 dicembre 2005, molti mesi prima di essere depositata alle parti: il cronista del quotidiano di via Negri che finì sotto inchiesta e poi sotto processo, di recente è stato assolto dal Tribunale. Ora il pm Massimo Meroni, su questo nuovo capitolo sulla fuga di notizie che riguarda il caso Unipol-Bnl, ha aperto un altro fascicolo dai contorni ancora tutti da definire, anche perché Favata che, come scrive sempre l´Unità, avrebbe organizzato un incontro ad Arcore avvenuto nel pomeriggio del 24 dicembre di quattro anni fa e durante il quale avrebbe consegnato il dono per il premier, interrogato dagli inquirenti si è rifiutato di rispondere alle domande. Per ricostruire quel che è accaduto, se sia stato copiato illegittimamente il file o sia stato trascritta in modo abusivo l´intercettazione, se la copia sia stato offerta o meno a Berlusconi o a qualcun altro, e da chi e per conto di chi, lunedì della scorsa settimana è stata effettuata una serie di perquisizioni, tra cui anche una nello studio legale del figlio dell´imprenditore. L´avvocato civilista, raggiunto al telefono, ha dichiarato di non avere intenzione di rilasciare alcuna dichiarazione in merito alla vicenda. Al momento gli indagati sarebbero due. Quanto pubblicato oggi dall´Unità ha provocato le reazioni di alcuni politici: Vannino Chiti, esponente del Pd ha chiesto di «fare al più presto chiarezza», mentre Dario Franceschini capogruppo del Pd alla Camera ha parlato di «notizie allarmanti». Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato, dice: «Se quanto riportato oggi dall´Unità verrà confermato anche dalle indagini della magistratura, è chiaro che saremmo davanti a una vicenda davvero preoccupante. Un´intercettazione dell´onorevole Fassino, rivelatasi peraltro priva di interesse istruttorio, sarebbe stata oggetto niente meno di un “regalo natalizio” al presidente del Consiglio, per poi essere pubblicata qualche tempo dopo sul quotidiano “Il Giornale”, di proprietà della famiglia Berlusconi. A Piero Fassino va tutta la nostra solidarietà e vicinanza per essere stato con tutta evidenza vittima di una trama su cui è necessario fare immediatamente chiarezza». Ghedini: totale estraneità di Berlusconi. «La vicenda riguardante la pubblicazione della intercettazione dell´on. Fassino così come è ricostruita quest´oggi sull´Unità è del tutto priva di fondamento – dice Niccolò Ghedini, parlamentare Pdl e avvocato di Silvio Berlusconi – Le indagini non potranno che dimostrare la totale estraneità alla pubblicazione del presidente Berlusconi e del dott. Paolo Berlusconi». (ilmessaggero.it)

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