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Liberta´ di stampa: Cina, bloccata emittente Tv di Hong Kong che parlava troppo di democrazia

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Pechino, 14 dic 2009 – Siti Internet bloccati, motori di ricerca internazionali accusati di diffondere la pornografia, giornalisti puniti. E ora l´offensiva della censura cinese e´ arrivata a toccare le televisioni. Secondo fonti dell´industria televisiva di Hong Kong, dall´inizio di dicembre non si ricevono piu´ in Cina le trasmissioni della SunTv, una rete televisiva commerciale che ha fatto dei talk-show il suo punto di forza. ´´Alcuni degli ospiti sono stati troppo espliciti nel parlare della necessita´ di una riforma politica (cioe´ l´introduzione di un sistema politico democratico) in Cina´´, ha dichiarato a un giornale locale un impiegato della casa madre della SunTv, la Sun Television Cybernetworks Enterprise, che appartiene all´imprenditore Chen Ping. L´emittente trasmette in tutta la ´´grande Cina´´, cioe´, oltre alla Repubblica Popolare e alla Speciale Regione Amministrativa di Hong Kong, anche a Macao e Taiwan, oltre ad essere presente in alcuni Paesi dell´Asia sudorientale. La decisione di bloccare la SunTv si inserisce in una offensiva lanciata da alcuni mesi dall´organismo statale responsabile della censura sui mezzi d´informazione, la State Administration of Radio, Film and Television (Sarft). La stretta e´ stata sentita soprattutto dagli utenti di Internet, che in Cina sono circa 300 milioni, che non hanno accesso a popolari siti ´´sociali´´ come YouTube, Facebook e Twitter. Dall´inizio dell´anno sono stati bloccati alcuni dei servizi di scambio di file del motore di ricerca Google, che e´ stato accusato dalle autorita´ di diffondere materiale pornografico. La scorsa settimana sono state arrestate dalla polizia cinese 3.500 persone che lavoravano per i siti che sono stati messi fuori legge con l´accusa di diffondere la pornografia. I siti che sono stati chiusi nel 2009, secondo fonti dell´industria informatica, sono migliaia. Alcuni sono stati accusati di pornografia, altri di violazione delle leggi sui diritti d´autore. La campagna contro la pornografia – in nome della quale l´estate scorsa Pechino ha cercato senza successo di imporre a tutti i costruttori di computer il filtro Green Dam – e´ stata estesa anche ai fornitori di contenuti e di pubblicita´ ai produttori di telefoni cellulari. Fonti di Hong Kong aggiungono che la censura sta colpendo con forza anche la carta stampata e affermano che Xiang Xi, direttore di un settimanale che ha pubblicato un´intervista al presidente americano Barack Obama nel corso della sua visita in Cina del mese scorso, e´ stato retrocesso e messo sotto la tutela di un nuovo direttore, piu´ gradito al governo di Pechino. Nella parte ´´incriminata´´ dell´intervista si affrontava il problema dello scarso accesso al pubblico cinese che e´ stato concesso al presidente americano, una questione che era stata sollevata da alcuni membri della delegazione che ha accompagnato Obama nella sua prima visita in Cina. (ansa)

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