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Il segretario di Stampa Romana:
"L´Ordine difenda i colleghii"

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Vorrei ricordare all´onorevole Fabrizio Cicchitto e ai parlamentari della maggioranza in genere le parole del capo dello Stato Giorgio Napolitano: “Il pluralismo è insostituibile per la stampa e la tv, specie se pubblica. L´informazione libera e pluralista è indispensabile per distinguere la democrazia dal dispotismo”. Non sembra che in queste ore gli esponenti politici del centrodestra tengano conto dell´alto richiamo del Presidente. Era stato facile profeta un altro presidente, quello della Fnsi Roberto Natale, che due giorni fa ammoniva a non attribuire all´informazione colpe non sue sul clima di scontro politico nel nostro Paese, o peggio nell´individuare come mandanti dell´esecrabile violenza al Presidente del Consiglio coloro che, al riparo dell´articolo 21 della Costituzione, criticano esponenti politici o decisioni del Governo. Il vergognoso linciaggio che stanno subendo i colleghi de La Repubblica,  quelli de Il Fatto, Marco Travaglio e Michele Santoro non ha nulla a che vedere col sacrosanto diritto di replica che non è stato negato a nessuno. Una volta per tutte: se questi colleghi hanno violato delle leggi di questo Paese, li si denunci alla magistratura. In caso contrario additare come “terrorista” o “mandante morale della violenza” colleghi che hanno un´unica colpa, fare il loro mestiere, equivale a stilare liste di proscrizione che riportano alla memoria tempi politicamente bui della nostra storia. Non comprendo, infine, l´assordante silenzio dell´Ordine Nazionale dei Giornalisti, al quale tutti questi colleghi sono iscritti. Che cosa aspettano il presidente Lorenzo Del Boca e il segretario Iacopino a prendere le parti dei loro iscritti? O dobbiamo pensare che si usino pesi e misure diverse in base a oscuri criteri di appartenenza? Eppure l´Ordine è uno degli estensori della Carta dei Doveri che afferma chiaramente: “La responsabilità del giornalista verso i cittadini prevale sempre nei confronti di qualsiasi altra. Il giornalista non può mai subordinarla ad interessi di altri e particolarmente a quelli dell´editore, del governo o di altri organismi dello Stato”.

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