Islamabad, 22 dic 2009 – Un kamikaze solitario si e´
fatto esplodere oggi all´ingresso del Press Club di Peshawar,
capoluogo della Provincia della frontiera nord-occidentale
(Nwfp), causando la morte di tre persone, fra cui un agente
addetto alla sicurezza, ed il ferimento di altre 19.
L´attentatore, hanno riferito fonti della polizia, e´ entrato
in azione poco prima di mezzogiorno, in pieno centro della
citta´ che si trova non lontano dal confine con l´Afghanistan, e
quando all´interno dell´edificio c´erano almeno una quarantina
di giornalisti, quattro dei quali hanno riportato ferite.
Da ottobre i principali centri abitati pachistani sono al
centro di spettacolari attentati terroristici che hanno causato
almeno 500 morti e molte centinaia di feriti.
Rendendosi conto che il suo tentativo di penetrare nel Club –
ubicato in via Sher Shah Sori nel quartiere di Saddar – stava
fallendo, il giovane suicida ha azionato una carica di 10
chilogrammi di dinamite che portava indosso.
L´esplosione e´ stata potentissima, e ha distrutto gli
infissi del Press Club, mandato in frantumi i vetri degli
edifici vicini e danneggiato anche un autobus di passaggio e
numerose auto in sosta.
Tanveer Ahmed, responsabile del gruppo di artificieri giunti
sul posto, ha dichiarato che ´´la maggior parte delle vittime
sono state causate da proiettili d´acciaio e chiodi racchiusi
nel giubbetto esplosivo dell´attentatore. La sua testa e le
gambe, hanno indicato i soccorritori, sono state recuperate
dagli inquirenti.
´´Stavo uscendo dal bar – ha detto Nisar Mohammed Khan, un
giornalista televisivo – quando ho sentito uno scoppio tremendo.
Sono uscito all´esterno, mentre una nuvola di denso fumo nero
avvolgeva la zona. Intorno – ha concluso – erano sparsi parti
lacerate di corpi umani ed i corpi insanguinati di vari
feriti´´.
Il presidente del Press Club, Shamin Shahid, ha condannato
l´attentato e ricordato che ´´da tempo i talebani stanno
minacciando i giornalisti di Peshawar che stanno dando prova di
coraggio ed indipendenza informativa´´. ´´Abbiamo rafforzato le
misure di sicurezza dopo queste minacce – ha concluso – e si e´
visto che si trattava di un timore fondato´´. (ansa)
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