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Libertà di stampa: giornalisti francesi rapiti in Afghanistan, polemica all´Eliseo. Governo: scoop a tutti i costi. Tv France 3: cinismo agghiacciante

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Parigi, 18 gen 2010 – Il sindacato dei giornalisti di France 3, la tv pubblica ancora con il fiato in sospeso per i suoi due inviati in mano ai rapitori afghani che li tengono prigionieri dal 30 dicembre, e´ ´´scandalizzata´´ per l´´´agghiacciante cinismo´´ del segretario generale dell´Eliseo, Claude Gueant. Ieri sera alla radio Gueant – parlando dei giornalisti rapiti – ha detto fra l´altro che ´´non si deve cercare lo scoop a tutti i costi´´. ´´Questa grave frase che mette in discussione i nostri colleghi rapiti nell´esercizio del loro mestiere – si legge in un comunicato – rivela un agghiacciante cinismo. Il consigliere Gueant sceglie di fare polemica mentre le loro vite sono ancora in pericolo´´. Intervistato ieri su Europe 1, Gueant aveva rassicurato sulla loro sorte (´´sono vivi´´) ma aveva poi cosi´ proseguito: ´´fanno correre rischi anche a molti dei nostri soldati che, fra l´altro, sono distolti dalle loro missioni principali´´. E, per finire, ha sottolineato il ´´costo assolutamente considerevole´´ che comporta tutta l´operazione per la Francia. Proprio quest´ultimo accenno ai costi, secondo France 3, rivela che Gueant ´´non teme ne´ eccessi ne´ indecenza´´. Ma le proteste per le affermazioni dell´alto esponente della presidenza sono arrivate da piu´ parti, fra l´altro da Rsf (Reporters sans frontieres), mentre tutti i sindacati esprimono ´´indignazione´´. Rsf parla di frasi ´´scioccanti´´ e chiede un incontro urgente all´Eliseo: ´´indicare i giornalisti come persone che assumono dei rischi sconsiderati e che costano caro all´esercito e al contribuente, signor Gueant, erode il sostegno di cui essi dovrebbero godere´´, dicono i responsabili dell´organizzazione per la difesa della liberta´ di stampa e di espressione. Aggiungendo che ´´insistere sul costo delle azioni intraprese per ritrovarli e liberarli e´ indecente e irrispettoso per le famiglie´´. A meno che, concludono, ´´il mestiere di giornalista non si debba ridurre a ricopiare i comunicati stampa della Difesa o dell´Eliseo´´. Sulla vicenda e´ intervenuto anche Bernard Kouchner, il ministro degli Esteri: ´´so che in alcune professioni, il giornalismo in particolare, si devono correre dei rischi. Ne parleremo quando saranno tornati – ha detto ai microfoni di France Info – ma li avevamo messi molto in guardia, hanno voluto rischiare, adesso siamo noi che corriamo dei rischi per farli venir fuori, ed e´ normale´´. (ansa)

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