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Libertà di stampa: inchiesta interna Usa, l´Fbi ha violato i regolamenti con migliaia di intercettazioni anche a giornalisti

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Washington, 19 gen 2010 – L´Fbi ha piu´ volte violato i regolamenti sulle intercettazioni telefoniche in nome della lotta al terrorismo. E´ la conclusione dell´inchiesta interna del dipartimento della Giustizia americano, che pubblichera´ il suo rapporto entro fine mese, anticipata dal Washington Post. Fra il 2002 e il 2006, l´Fbi ha raccolto i dati relative a oltre duemila telefonate (in un primo momento si erano citati solamente 22 casi) invocando l´emergenza del terrorismo che non esisteva o convincendo le aziende telefoniche a fornire i tabulati prima che fosse formalizzata la richiesta. Fra questi casi, anche telefonate di giornalisti del Washington Post e del New York Times. Il numero totale delle telefonate per cui sono stati richiesti i dati nel periodo successivo agli attentati dell´undici settembre del 2001 e´ stato di 4.400. Secondo quanto emerge anche da interviste e mail visionate dai giornalisti del quotidiano americano, i funzionari dell´Fbi non hanno rispettato le procedure che avevano essi stessi definito per proteggere i diritti civili degli americani, ovvero la Electronic Communications Private Act. ´´Avremmo dovuto impedire che le richieste fossero fatte in questo modo. Siamo finiti con il farci male da soli´´ (ovvero appellandosi all´emergenza per il terrorismo, ndr), ha spiegato il ´general counsel´ dell´Fbi, Valerie Caproni al Washington Post, riferendosi alla definizione di una richiesta formale destinata alle compagnie telefoniche successiva all´effettuazione delle intercettazioni. Caproni difende il direttore del ´Bureau´, Robert Muller, sottolineando come fosse venuto a conoscenza della pratica in uso solo alla fine del 2006 o ai primi dell´anno successivo, dopo l´avvio dell´inchiesta interna. (adnkronos)

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