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Libertà di stampa: Russia, giornalista muore in seguito alle percosse di un poliziotto

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Mosca, 20 gen 2010 – Un giornalista russo è morto oggi dopo le percosse subite mentre era sotto custodia della polizia, come riportano i verbali delle autorità competenti. L´atto è l´ultimo di numerosi casi di violenza e corruzione a carico di funzionari di sicurezza. La vittima è morta a 47 anni a causa delle lesioni a diversi organi interni riportate in seguito alla violenza perpetuata nei primi giorni dell´anno da un agente di polizia della città di Tomsk, in Siberia. Il giornalista era in arresto per stato di ebbrezza. E´ morto senza uscire dal coma, dice la Commissione investigativa sul suo sito web. L´agenzia statale Ria ha riportato che la vittima era un giornalista e la radio Ekho Moskvy ha identificato la vittima in Konstantin Popov. Alexei Mitayev, agente 26enne, ha ammesso le sue responsabilità ed è stato a ccusato di aggressione aggravata e abuso di autorità, dice la Commissione. Gli attacchi ai giornalisti russi che mettono in discussione il lavoro delle autorità o che danno risalto a fenomeni di corruzione sono frequenti, anche se sembra che questo epis odio non sia direttamente legato alla professione della vittima. Nei passati mesi, diversi agenti sono stati accusati di corruzione da loro c olleghi o superiori. (reuters)———————————————————————————————————————————————Un giornalista russo inerme e´ stato stuprato e ucciso da un poliziotto in Siberia. Il fatto e´ avvenuto a Tomsk, dove tutto era cominciato il 4 gennaio scorso. Kostantin Popov, 47 anni, si trovava da solo nella propria abitazione, dove beveva e ascoltava musica. Erano stati i vicini a chiamare la polizia, infastiditi dal volume alto dell´impianto stereofonico. La pattuglia trasferi´ Popov in un centro di accoglienza per alcolizzati, uno dei tanti che al tempo dell´Unione Sovietica servivano a far smaltire la sbornia -con le buone o con le cattive- agli ubriachi trovati in strada. Quando e´ arrivato al centro, Popov ha trovato ad aspettarlo l´agente Alexei Mitayev, 26 anni, che ha fatto dell´uomo cio´ che voleva. Secondo quanto riporta il quotidiano locale Tomskaya Nedelya, il giornalista e´ stato pestato selvaggiamente e violentato con il manico di una scopa o di un badile. Un´emorragia interna ha costretto la polizia a ricoverarlo in ospedale, dove e´ morto oggi. Mitayev ha ammesso le proprie responsabilita´, affidandosi alla comprensione del capo della polizia locale che ha attribuito a stress le ragioni del comportamento del sottoposto. Il centro per alcolizzati di Tomsk e´ stato chiuso e gli attivisti dei diritti umani hanno lanciato un allarme sull´assoluto libero arbitrio di cui la polizia russa mostra di godere quando ha a che fare con cittadini inermi. L´ex Unione Sovietica si conferma un Paese a rischio non solo per i giornalisti, da sempre nel mirino se danno troppo fastidio con le loro inchieste: “Il ministero dell´Interno ha dovrebbe diventare un luogo piu´ civile”, ha detto Lyumila Alexeyeva, capo del Moscow Helsinki Group, “sentiamo continuamente di poliziotti che picchiano o uccidono qualcuno”. Il riferimento piu´ recente e´ agli episodi di gennaio, quando a Mosca un poliziotto ha sparato contro l´autista di uno spalaneve nel corso di una lite, e a dicembre, quando e´ cominciato il processo contro un colonnello di polizia che ad aprile aveva ucciso due persone e ferite sette in un supermercato. (agi)

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