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Libertà di stampa: vigilanza Rai su par condicio, Zavoli tenta mediazione ma i margini sono stretti

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Roma, 11 feb 2010 – In mattinata l´incontro al Quirinale con il Capo dello Stato Giorgio Napolitano, nel pomeriggio la riunione dell´ufficio di presidenza della Vigilanza, con i vertici Rai e il presidente Agcom Corrado Calabro´: Sergio Zavoli sceglie la via della mediazione per trovare ´´un possibile sbocco´´ ai contrasti sollevati da alcune norme del regolamento sulla par condicio varato dalla sua commissione. Ma i margini sembrano strettissimi: ´´La Vigilanza si assuma le sue responsabilita´: noi applicheremo il regolamento alla lettera´´, dice senza mezzi termini il presidente Rai Garimberti. E il Pdl chiude alle ipotesi di modifica del regolamento: obiettivo, dimostrare l´inapplicabilita´ della legge sulla par condicio. La ´soluzione´ individuata dopo il confronto di oggi pomeriggio a San Macuto e´ un ´palinsesto simulato´ dell´ultimo mese di campagna elettorale, che la Rai dovra´ mettere a punto applicando alla lettera le disposizioni sulla par condicio: un rompicapo che e´ nelle mani del vicedirettore generale Antonio Marano e del suo staff. I nodi sono due: il comma 9 dell´articolo 3, che prevede che le tribune politiche siano ´´collocate negli spazi radio-televisivi che ospitano le trasmissioni di approfondimento piu´ seguite, anche in sostituzione delle stesse, o collocate in spazi analoghi´´; e il comma 4 dell´articolo 6, secondo cui i programmi di informazione devono uniformarsi alle ´´regole della comunicazione politica´´. Bisognera´ dunque capire, spiega il capogruppo Udc in Vigilanza Roberto Rao, ´´quali sono i programmi piu´ seguiti, quali quelli sostituibili, quali gli spazi analoghi, a costo pero´ di moltiplicare in maniera eccessiva le tribune´´, ma anche ´´quali conduttori sarebbero disponibili a obbedire alle regole della comunicazione politica´´. Martedi´ l´ufficio di presidenza della commissione si riunira´ di nuovo per valutare, in base alla simulazione della Rai, l´impatto del regolamento. Le criticita´, ribadisce anche oggi Garimberti, sono numerose, in termini di ´´gestione dei palinsesti, danni economici rilevanti, autonomia del lavoro giornalistico e rispetto nei confronti del pubblico´´. Ma la Rai obbedira´ ´come un soldato´, assicura il presidente. E anche il direttore generale, Mauro Masi, sottolinea che l´azienda deve essere in grado di applicare le norme della Vigilanza. L´unica via d´uscita potrebbe essere un intervento interpretativo della commissione che lasci qualche margine all´azienda. E´ da escludere, invece, che si modifichi il testo del regolamento: se Pd e Udc restano critici (´´si indebolisce la Rai´´, lamentano dal Pd Fabrizio Morri e Giorgio Merlo), la maggioranza fa quadrato attorno al testo. ´´Tecnicamente la Rai puo´ fare qualsiasi cosa indicata dalla Vigilanza – sottolinea il capogruppo del Pdl in commissione, Alessio Butti, anche se posso comprendere quanto la legge sulla par condicio risulti anacronistica, non facilmente applicabile e confusa´´: la ´´verita´ politica´´ e´ dunque che ´´la par condicio e´ da riformare sostanzialmente perche´ illiberale, perche´ liberticida, ma soprattutto perche´ fuori dal tempo´´. Sulla stessa linea il vicepresidente Giorgio Lainati e, fuori da San Macuto, il viceministro alle Comunicazioni, Paolo Romani: ´´´´Mi auguro che questa applicazione rigorosa della par condicio da parte della Vigilanza serva a far capire a tutti quelli che si lamentano che questa legge va riformata´´. Molto stretti sono anche i tempi: entro il 28 febbraio l´Agcom dovra´ varare il regolamento per l´ultimo mese di campagna elettorale per le emittenti private (e dunque anche per Mediaset), ammonisce Calabro´, che non anticipa assolutamente le decisioni dell´organismo di garanzia, ma ricorda che la legge distingue informazione e comunicazione politica (con il conforto di una sentenza della Corte Costituzionale). A Viale Mazzini, intanto, restano i malumori di dirigenti e giornalisti: se l´Adrai insiste sulla necessita´ che la Vigilanza ´´riveda la sua posizione´´, l´Usigrai accusa: ´´Vogliono affossare la Rai´´. (ansa)

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