Milano, 11 mag 2010 – Uno 007 del Sisde, ora Aisi, chiamato a testimoniare oggi in un processo per diffamazione che vede imputato il giornalista Magdi Allam, ha invocato il segreto di Stato. E lo ha fatto quando gli e´ stato domandato dell´attivita´ di monitoraggio e controllo svolta dai servizi nei confronti della moschea di Fermo (Ascoli Piceno) e del suo imam (che ha querelato Allam). La richiesta e´ stata accolta dal giudice monocratico della settima sezione penale di Milano, che ha confermato l´esigenza del segreto. Allam, imputato per diffamazione in relazione ad un articolo scritto nel 2003 nel quale riportava alcune frasi pronunciate in un sermone dall´imam Abdellah Labdidi, rappresentato dall´avvocato Renzo Interlenghi, aveva chiamato a testimoniare una persona che all´epoca era dirigente dell´Ufficio analisi del Sisde. Il giornalista, difeso dall´avvocato Caterina Malavenda, aveva sostenuto, infatti, di aver letto le frasi del sermone dell´imam in un´informativa dei servizi segreti, attraverso una fonte confidenziale. Da qui la citazione come teste dello 007, il quale pero´, davanti al giudice, ha opposto il segreto di Stato riguardo ad alcune domande sull´attivita´ dei servizi relativa alla moschea di Fermo e al suo imam. Il processo e´ stato rinviato al prossimo 18 maggio quando dovrebbe arrivare la sentenza. (ansa)