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Intercettazioni: scendono in campo i direttori di Tv e quotidiani, il ddl viola il diritto dei cittadini ad essere informati

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Roma, 24 mag 2010 – Il Ddl sulle intercettazioni va fermato perché ´´viola il diritto dei cittadini ad essere informati´´. I direttori dei maggiori quotidiani nazionali e tv italiane,in un documento concordato con la Fnsi denunciano il pericolo del disegno di legge sulle intercettazioni telefoniche. La Commissione Giustizia di palazzo Madama si riunira´ questa sera alle 21,15 per licenziare il testo e sara´ una riunione dei capigruppo gia´ domani a decidere poi l´approdo in aula del provvedimento. Riuniti in un forum plenario in video conferenza Roma-Milano, coordinato dal segretario della Fnsi Franco Siddi, le ´prime firme del giornalismo´ hanno espresso le loro perplessita´ per il ddl definendolo pericoloso per la democrazia. Siddi ha confermato l´intenzione di ricorrere alla Corte europea di giustizia, a Strasburgo, nel caso il provvedimento divenisse legge. La prossima settimana (forse giovedi´ 3 giugno) e´ in programma una riunione di tutte le forze sociali coinvolte nella questione. Ed oggi ha partecipato anche il presidente della Fieg Carlo Malinconico. Per il direttore del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli, la nuova legge, ´´non ha come scopo di scongiurare gli abusi nella pubblicazione dei testi delle intercettazione, ma esprime una insofferenza per la liberta´ di stampa che dovrebbe preoccupare tutti´´. Per De Bortoli se il vero obiettivo fosse ´´quello di tutelare la privacy allora le parti coinvolte nei procedimenti giudiziari potrebbero accordarsi sul non depositare negli atti i passaggi delle intercettazioni non rilevanti ai fini del procedimento´´. Ezio Mauro, direttore di Repubblica parla di una norma ´´irragionevole e irrazionale, che cozza con i principi della liberta´ di stampa: non e´ vero che siamo tutti intercettati (nel 2009 le intercettazioni sono diminuite rispetto al 2008 e il loro costo e´ sceso). Il cittadino normale non ha nulla da temere. Noi difendiamo un dovere. Utilizzeremo tutti gli strumenti per permettere ai cittadini di continuare essere informati´´, dice. Anche Vittorio Feltri ´Il Giornale´ (testata di proprieta´ di Paolo Berlusconi), si augura che la Consulta bocci la legge perche´ ´´lede il diritto fondamentale dei cittadini di sapere quello che succede nel nostro paese´´. I giornali, spiega Feltri, ´´sono gia´ in crisi, se venisse vietata la loro funzione fondamentale la morte sarebbe certa. Dobbiamo essere uniti per fare una bella battaglia ma sono convinto che vadano evitati gli scioperi. Usiamo i nostri giornali per protestare contro la legge´´. Mario Calabresi, direttore de La Stampa, ritiene che il ddl ´´cambia i rapporti di forza nelle aziende editoriali´´. E spiega ´´c´e´ una sorta di ricatto: si punta a far fare da museruola agli editori. La legge e´ congeniata in un modo tale che ora e´ difficile trovare un punto di mediazione´´. Inoltre, secondo Calabresi, ´´una legge di questo tipo applicata nel modo in cui sono applicate le leggi in Italia darebbe vita a grandi discriminazioni, rischiando di far diventare l´ informazione selvaggia e insicura´´. Emilio Carelli, direttore di SkyTg24, propone subito un tavolo congiunto di giornalisti, magistrati e politici per ´´l´applicazione delle norme gia´ esistenti con una maggiore tutela della privacy´´. Sulla stessa linea anche le agenzie di stampa. Luigi Contu direttore dell´Ansa, definisce il ddl ´´sbagliato e pericoloso´´, anche se non crede che ´´riusciremo a vincere questa battaglia perche´ non ho fiducia nella classe politica e voglio ricordare che questo e´ un provvedimento che viene da lontano´´. Per il direttore dell´Asca, Gianfranco Astori: ´´Si punta a tenere sotto controllo il flusso delle informazioni: voglio evidenziare che e´ un problema che non riguarda solo la nostra categoria ma mette a rischio i principi della liberta´ d´informazione del nostro Paese´´. Norma Rangeri, direttore del ´´Manifesto´´ invita a ´´mettere in campo iniziative comuni uscendo con un elemento unificante tra i diversi giornali´´ ma in questo ´´mi piacerebbe – aggiunge – fossero coinvolti anche i free press che vedo sull´autobus tutti i giorni´´. Tra i direttori, i loro vice e i rappresentanti delle testate che hanno preso parte all´iniziativa della Fnsi anche Roberto Napoletano (Il Messaggero), Concita De Gregorio (L´Unita´), Dino Greco (Liberazione), Antonio Lucaroni (vice direttore AGI), Stefano Menichini (Europa), Carmine Fotia (Il Romanista), Carlo Bollino (La Gazzetta del Mezzogiorno), Andrea Covotta (in rappresentanza del direttore del Tg2 Mario Orfeo), Corradino Mineo (Rainews 24), Mario Sechi (Il Tempo), Stefano Del Re (Nuova Sardegna), Stefano Cappellini (vice direttore de Il Riformista), Stefano Corradino (Articolo21), Gianfranco Marcelli (vice direttore Avvenire), Altero Frigerio (Radio Articolo 1), Pierluca Terzulli (in rappresentanza del direttore del Tg3 Bianca Berlinguer), Flavia Perina (Secolo d´Italia), Peter Gomez (il Fatto) e Alberto Orioli (vice direttore de Il Sole 24 Ore). (ansa)

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