Roma, 24 mag 2010 – Un caso al giorno al Tg1. Ieri sera, quando ormai era buio, il Comitato di redazione della testata, vale a dire i tre rappresentanti sindacali dei giornalisti, hanno preso di mira il direttore Augusto Minzolini. Dice il loro comunicato: «Due giorni fa – in occasione della decisione di Maria Luisa Busi (foto) di lasciare la conduzione delle ore 20 – avevamo auspicato per la redazione un momento di riflessione. Ci permettiamo di dire che l’odierna intervista del direttore al Corriere della Sera – per il contenuto e soprattutto per il tono – rischia di riportare la redazione ai momenti peggiori di divisione e frattura». E più avanti: «La logica del “di qua i buoni, di là i cattivi, di qua i giovani sereni, e di là i vecchi logorati rancorosi” non ha mai giovato ad alcun corpo redazionale. Men che meno giova buttare benzina sul fuoco”». Infine, il Comitato di redazione (Alessandra Mancuso, Alessandro Gaeta, Claudio Pistola) ricorda che Maria Luisa Busi, quando fece un’intervista polemica con Minzolini, ricevette dall’azienda un invito a distinguere il suo ruolo di sindacalista (è consigliera della Federazione nazionale della Stampa) da quello di giornalista: «Vorremmo sapere dall’azienda se l’uso di “esternazioni” possa essere consentito invece a un direttore per esprimere giudizi a ruota libera sui dirigenti della stessa azienda e sui giornalisti con cui lavora. Due pesi e due misure». Il direttore Minzolini reagisce di getto: «Mi viene da ridere! Il sindacato parla di “momento di riflessione”. La Busi ha parlato in tutti i modi, ha attaccato in bacheca una lettera di molte pagine contro di me. Io le ho solo risposto. Non mi è concesso?». Venerdì Maria Luisa Busi aveva affisso la sua lettera: rinunciava a condurre l’edizione delle 20 e parlava della «perdita di credibilità» del Tg1, dell’assenza dal notiziario dei problemi reali del Paese, del dilagare di notizie «leggere». Minzolini, nell’intervista al Corriere, replicava attaccando: «La Busi accompagna le notizie con la mimica facciale dando giudizi», «La Busi conduceva il Tg da 18 anni», «La Busi sputa nel piatto dove mangia». E confermava la sostituzione della «dimissionaria» con la giovane Laura Chimenti, «che ha velocità e ritmo». Con una battuta, toccava anche il presidente della Rai, Garimberti. Ieri in redazione, nella sede di Saxa Rubra, c’era malumore, soprattutto per i toni secchi del direttore. Una redattrice, che preferisce non comparire con il nome, sintetizza: «Qui vorremmo tornare a una situazione normale. Se il direttore dà interviste incendiarie non aiuta! Se ogni critica è come sputare nel piatto…». Il Cdr ha discusso a lungo (due membri erano fuori sede) e alla fine ha reso noto il comunicato. La preoccupazione principale riguarda proprio la seconda parte del giornale, quella dell’«alleggerimento», che la Busi ha sintetizzato così: notizie sulle «mutande antiscippo» e sulla «caccia al coccodrillo nel lago». Il clima è nervoso. Giovedì la Rai dovrebbe presentare il nuovo Piano industriale che prevedrebbe il taglio di 2-300 ore di programmazione l’anno per il Tg1. Subito dopo i giornalisti terranno un’assemblea dove si parlerà anche del Tg formato Minzolini e del caso Busi. Ieri l’associazione di telespettatori cattolici (Aiart) ha segnalato che «nel Tg delle 13.30, in apertura, sono stati dedicati sette minuti alla vittoria dell’Inter e ai fatti di cronaca collegati. Solo a metà telegiornale, e dopo il pastone politico, è stato trasmesso il servizio sull’anniversario della strage di Capaci. Questo Tg non aiuta i cittadini a distinguere quali sono i valori che dovrebbero essere alla base della civile convivenza di un Paese avanzato. Questo è un telegiornale senza autorevolezza. I nuovi conduttori sono sicuramente giornalisti preparati, ma di sicuro Maria Luisa Busi ha lasciato la conduzione perché non condivideva, giustamente, questa linea editoriale». (corriere.it)