Roma, 25 mag 2010 – Il ddl Intercettazioni, approvato dalla commissione Giustizia del Senato dopo mesi di discussione e ben tre notturne quasi consecutive, approdera´ nell´Aula di Palazzo Madama il prossimo 31 maggio. L´opposizione protesta e, dopo l´ostruzionismo dei giorni scorsi, annuncia ancora battaglia. E´ molto probabile, aveva spiegato ieri il Guardasigilli Angelino Alfano, che si torni alla versione licenziata dalla Camera. Ma oggi, nel vertice a Palazzo Madama, tra il ministro, i capigruppo Maurizio Gasparri (Pdl) e Federico Bricolo (Lega), il presidente della commissione Filippo Berselli e il relatore del ddl Roberto Centaro si e´ deciso anche di presentare dei nuovi emendamenti che risultino concordati all´interno del centrodestra e che introducano, tra l´altro, una riduzione delle sanzioni per gli editori ´´da 50 a 100 quote´´ (come richiesto dal Pd) o, piu´ probabile ´´da 100 a 300´´ quote ´´o meno´´, come sembrerebbe essere l´orientamento del relatore (ora nel ddl si parla di ´´250-300 quote´´). Tornerebbe poi la condanna per i cronisti cosi´ come prevede il testo Camera e verrebbe riformulato l´emendamento cosiddetto ´´D´Addario´´ prevedendo l´esclusione della pena per il giornalista professionista che esercita il diritto di cronaca (questa esimente era stata aggiunta in commissione grazie ad un emendamento dell´Idv). In vista di venerdi´ – termine ultimo per la presentazione degli emendamenti (ma si profila all´orizzonte anche la possibilita´ di ´´due o tre modifiche´´ governative per l´Aula in caso di mancato accordo) – il ddl vedra´ confermare i gravi indizi di reato cosi´ come deciso dalla proposta di modifica del governo approvata in commissione e lascera´ quasi certamente la possibilita´ per il cronista di raccontare gli atti di indagine per riassunto, cosi´ come aveva suggerito di fare il presidente della commissione Giustizia della Camera Giulia Bongiorno quando il testo passo´ all´esame di Montecitorio. Il passo indietro sul tema, confermano i ben informati del Pdl, sarebbe stato deciso nei giorni scorsi, per tutta una serie di motivi: dai dubbi sulla firma del Quirinale, alle ripercussioni dell´inchiesta sui grandi appalti, fino al rischio del calo di consenso che la manovra puo´ portare con se´. Da non sottovalutare, infine, il dissenso dei finiani ´rientrato´ pero´ dopo l´incontro che il presidente della Camera ha avuto oggi con Niccolo´ Ghedini. Operazione, questa, che sarebbe maturata dopo una riflessione del presidente del Consiglio che, pur non contento della ´marcia indietro´ sul testo si sarebbe reso conto della necessita´ di un ammorbidimento a patto pero´ che non si snaturassero le finalita´ del testo. Tutto questo sarebbe dunque bastato per decidere di tornare al testo Camera ma senza gli ´´evidenti indizi di colpevolezza´´, piu´ una serie di cambiamenti che rendono il testo decisamente ´´piu´ soft´´. A difesa della bonta´ del testo e delle intenzioni, il governo fa comunque quadrato. Primo tra tutti il ministro degli Esteri, Franco Frattini, che assicura da Washington – in risposta ai dubbi sollevati dal vicesottosegretario alla Giustizia americana – che mai ´´nessuna legge italiana indebolira´ la lotta al terrorismo o alla mafia´´ L´opposizione intanto protesta e annuncia ostruzionismo. ´´Il ritorno al testo della Camera non e´ certo una buona notizia´´ sottolinea la capogruppo del Pd in Commissione, Donatella Ferranti ricordando le forti perplessita´ espresse gia´ su quel testo che di troppo gia´ aveva le sanzioni agli editori e i gravi indizi di reato. Intransigente, anche davanti alle novita´, il comportamento dell´Idv che parla di ´´legge criminogena´´ da ´abrogare´´ giungendo, per bocca del suo leader, Antonio Di Pietro, ad invitare il Capo dello Stato ´´a tenere la schiena dritta´´ per difendere i cittadini e la Costituzione. Di deriva pericolosa, che consegna al paese ´´una legge che non si e´ mai vista in nessuna democrazia occidentale´´, parla infine anche il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani che ormai, dice, di questo governo non si fida piu´. (ansa)