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Inchiesta Vip: giudici di Torino, Corona non è un giornalista e con sue foto gossip non può invocare il diritto di cronaca

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Torino, 14 giu 2010 – Il fotografo dei vip Fabrizio Corona non e´ un giornalista ma, anche se lo fosse, nel caso dell´estorsione a David Trezeguet non potrebbe invocare scusanti come il diritto di cronaca o l´interesse pubblico: ´´le avventure di un asso del calcio´´ non sono una notizia ma, al massimo, ´´un modesto pettegolezzo´´. E´ quanto afferma il tribunale di Torino nella sentenza di condanna a tre anni e quattro mesi inflitta al professionista. Nelle motivazioni non si parla della personalita´ di Corona, ma si affrontano soprattutto i nodi legati al quadro giuridico dell´informazione in Italia. Al calciatore della Juventus furono chiesti 25 mila euro in cambio del ritiro di un servizio fotografico in cui era ritratto in compagnia di una ´´donna giovane e avvenente´´ (che non era la moglie) all´uscita di una discoteca di Milano. Il giudice estensore, Paolo Gallo, ha osservato che le immagini, scattate dal fotografo Fabrizio Pensa (condannato a cinque mesi) ´´in assenza di consenso espresso o tacito dell´interessato´´, erano prive di ´´rilevante interesse pubblico´´ e non servivano ´´al perseguimento di finalita´ di informazione´´. Corona, come lo stesso Pensa, non e´ iscritto all´albo dei giornalisti, ma anche la qualita´ di giornalista non lo scagionerebbe dal reato di violazione della legge sulla privatezza, perche´ il ´´resoconto di un avventura di un asso del calcio in una notte di maggio´´ non e´ ´´un´informazione di interesse pubblico o sociale: si tratta solo di un modesto pettegolezzo´´. Quanto all´estorsione, il tribunale si e´ detto del parere che si sia consumata. E a poco vale il fatto che Corona, nel trattare con Trezeguet, uso´ modi garbati e amichevoli: ´´la prassi giudiziaria insegna che proprio le estorsioni piu´ gravi e insidiose vengono perpetrate da personaggi che si atteggiano ad ´amici´ e ´protettori´ delle loro vittime´´. Corona, peraltro, propose al calciatore l´acquisto delle fotografie ´´senza alcun previo contatto con testate giornalistiche´´. Nella sua condotta, quindi, ´´non vi fu alcun perseguimento di finalita´ informative´´. E questo ´´dimostra in modo lampante quali siano i rischi insiti nel voler comunque riconoscere lo status di giornalista a chi giornalista non è´´. (ansa)

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