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Intercettazioni: Finiani insistono, il ddl va cambiato. Pd e Idv, pronti alle barricate

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Roma, 14 giu 2010 – I finiani non demordono: il ddl Intercettazioni va cambiato. Almeno nelle sue parti piu´ ´´criticate´´. E senz´altro avra´ bisogno di tempi piu´ lunghi. Il presidente della Camera Gianfranco Fini del resto lo fa capire chiaramente quando dice che la Manovra, essendo un decreto, avra´ bisogno di un esame prioritario rispetto ad altri provvedimenti. O quando afferma, rispondendo alla lettera del capogruppo del Pd di Montecitorio Dario Franceschini, che sara´ garantito, come sempre del resto, il rispetto assoluto del Regolamento della Camera. I berlusconiani pero´ non sentono ragioni e parlano, come fa il presidente dei deputati Fabrizio Cicchitto, di un voto del ddl entro l´estate. ´´L´ipotesi – avverte il capogruppo del Pd in commissione Donatella Ferranti – mi sembra di difficile realizzazione anche perche´ il testo al Senato e´ stato cambiato molto e serviranno diverse audizioni per capire quale tipo di impatto potra´ avere la nuova versione sulla tutela dei diritti´´. In un lungo incontro a Montecitorio tra Fini, il presidente della commissione Giustizia Giulia Bongiorno, e alcuni tecnici, si e´ discusso dei tempi, del calendario, ma anche dei contenuti del provvedimento. Ci sono alcune parti del ddl, ribadiscono, gli uomini piu´ vicini a Fini, come Fabio Granata, che dovrebbero essere modificati quantomeno per evitare in futuro censure ´´piu´ gravi di tipo costituzionale´´. Come una ´non firma´ da parte del capo dello Stato o una bocciatura della Consulta. Nel ´mirino´ dei finiani soprattutto le intercettazioni ambientali che potranno durare ´´solo tre giorni´´, rinnovabili di tre in tre; il fatto che non siano piu´ intercettabili con la procedura facilitata prevista per la mafia i reati cosiddetti ´´satelliti´´; le proroghe di 72 ore degli ascolti. Se non ascolteranno i nostri consigli, avvertono, gli ´altri´, cioe´ i berlusconiani, ´´si dovranno assumere la responsabilita´ di cio´ che fanno. A cominciare anche dall´ accelerazione che vogliono imprimere ai tempi del dibattito´´. La ´colpa´, insomma, dovra´ ricadere ´´su di loro´´. Soprattutto per quanto riguarda le ´forzature´ che si intendono fare. In questo caso, pero´, Pd e Idv fanno sapere di essere pronti ´´alle barricate´´. In attesa che la discussione domani entri nel vivo con l´assegnazione ufficiale durante la seduta d´Aula del provvedimento in commissione Giustizia, il presidente Giulia Bongiorno assicura che ´´sara´ garantito tutto l´approfondimento che merita un provvedimento cosi´ rilevante tenendo conto ovviamente che l´esame riguardera´ esclusivamente le numerose norme modificate al Senato´´. A Montecitorio, infatti, come previsto da Regolamento per la seconda lettura dei provvedimenti, ci si potra´ confrontare solo sulle modifiche introdotte al testo a palazzo Madama. ´´Domani – incalza comunque il capogruppo in commissione Giustizia Enrico Costa – chiedero´ in ufficio di presidenza della Commissione di calendarizzare il ddl gia´ dalla prossima seduta´´. Anche se per la ´prossima seduta´ di questa settimana il programma dei lavori di commissione e´ gia´ piuttosto affollato: si parlera´ tra l´altro di ´responsabilita´ civile dei magistrati´ (testo chiesto e presentato dalla Lega) e di ´Disposizioni in materia di collocamento fuori ruolo dei magistrati componenti elettivi del Csm. Cosi´ si dovrebbe cominciare a discutere di intercettazioni probabilmente dalla settimana successiva: quella che va dal 21 al 26. Ma questo significa, si sottolinea sempre nella maggioranza, che se verranno disposte anche delle audizioni, al voto in commissione non si arrivera´ prima della fine del mese o dei primi di luglio. Ed entro la fine di luglio scadra´ la Manovra. (ansa)

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