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Rai: Masi difende il Tg1 e attacca, non sono un bancomat. Incertezze su Santoro e Saviano. Ruffini? Ordinanaza sbagliata

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Roma, 16 giu 2010 – Dopo la lunga premessa di ieri, e´ il giorno delle domande. In commissione di Vigilanza il direttore generale della Rai, Mauro Masi, a volte va giu´ duro, altre volte e´ piu´ evasivo. Tanto che il presidente Sergio Zavoli lo incalza piu´ volte. Prima sull´ipotesi di sostituzione di Corradino Mineo a Rainews con un direttore indicato dalla Lega. ´´Questione da discutere´´, afferma il manager. ´´Risposta prevedibile´´, replica il senatore a vita. Poi sul Tg1. ´´Che ne pensa – chiede Zavoli – dell´introduzione dell´effimero nella seconda parte del Tg1, tanto da suscitare la sensazione di una sorta di disimpegno su temi piu´ rilevanti?´´. Il dg difende prima Minzolini: ´´Il Tg1 e´ un telegiornale vivo, che segue i trend della societa´ e fa contaminazione di generi, che e´ il futuro delle televisione´´. Poi gli ascolti della testata: ´´Il Tg1 soffre meno del Tg5 la crisi. Nei primi cinque mesi dell´anno ha perso l´1,3%, mentre il Tg5 ha perso l´1,8%´´. Dati falsi, secondo il capogruppo Idv, Pancho Pardi, che assicura: ´´Il Tg5 perde sempre meno del Tg1, indipendentemente dalle cifre assolute´´. Su Santoro Masi e´ costretto a dire qualcosa di piu´ rispetto a ieri: il caso non e´ chiuso e la parola fine sara´ messa solo dopo un passaggio formale in cda. Anche sul programma di Fazio e Saviano, Vieni via con me, e´ necessario discutere. Andra´ in onda il lunedi´ o il venerdi´ e non ci sara´ sovrapposizione con la Champions il mercoledi´, ma niente si puo´ ritenere scontato. Il dg Mauro Masi lo ripete ad alta voce: basta con le battaglie preventive dei direttori di rete, il tirare in ballo la liberta´ di informazione per far pressione sui vertici aziendali, quando si tratta solo di liberta´ aziendale. ´´Il dg non e´ bancomat – avverte -, le scelte vanno condivise´´. Anche sul reintegro di Paolo Ruffini Masi non ci sta a passare per colpevole davanti all´opposizione che lo accusa di aver fatto fare ´´una figuraccia´´ all´azienda. ´´La decisione e´ stata presa non da me, ma da otto membri del cda – afferma -. L´ordinanza del giudice poi e´ completamente infondata e speriamo che venga modificata´´. Il dg glissa sul futuro di Antonio Di Bella e, in generale, preferisce non parlare di nomine. Anche perche´ il pacchetto non sarebbe ancora pronto e domani non se ne dovrebbe discutere in cda. Piu´ dettagli sul piano industriale. ´´Rainews e´ uno dei binari su cui investire – afferma ad esempio -. Puntiamo ad un grande valorizzazione perche´ possa diventare una sorta di agenzia per fornire servizi agli altri telegiornali che devono comunque rimanere autonomi´´. Parole che fanno infuriare il cdr: ´´Masi non fa che aumentare la confusione, non accetteremo nessuno snaturamento del nostro ruolo di testata di informazione 24 ore su 24´´. E non e´ l´unica voce allarmata sul piano industriale. Dopo i sindacati del personale giornalistico, ad ipotizzare lo sciopero e´ l´assemblea del Tg1, che affida tre giorni di sciopero al cdr, invitandolo ad aprire subito la trattativa con l´azienda. (ansa)

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